Archivio mensile:novembre 2015
Tutto ad un tratto la porta fa ‘Slam!‘. Il wookie entra di corsa con una novità…
E’ una vendicazzata reboot. Qui l’originale: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150161640804088.301879.35226329087/10150578270569088/?type=3&theater
AUTORI: Guglielmino/Papaleo
Vendicazzar Wars.
Atto III.
Vendicazzate in libertà. Da oggi, fino al 16 dicembre, e oltre!
Passa al Lato Oscuro. Abbiamo Netflix!
AUTORI: Guglielmino/Mobilia
STAR WARS EPISODIO III: LA CAZZARECENSIONE
Vendicazzar Wars.
Atto II.
Le cazzarecensioni – Episodio III
A cura di Emanuele
Si conclude la trilogia di cazzarecenzioni sugli episodi Prequel. Da domani, l’atto III delle Vendicazzar Wars. Il vostro preferito: vendicazzate in libertà fino all’uscita del film”
Ricordiamo che una cazzarecensione non è una recensione. Non ha finalità critiche ma di puro cazzeggio, per cui mettetevi in panciolle e affilate le vostre spade laser. Ora inclinate lo schermo e iniziate a farlo scorrere verso l’alto.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, i fan di Star Wars esploravano le stelle nel tentativo di trovare una spiegazione a Episodio I e II. Pianeta dopo pianeta, pare le risposte più gettonate fossero: “Sono i prequel di Balle Spaziali”, “Li ha fatti la Asylum”, “Starché?? Vuole comprare qualcosa?”. Sfiniti e sfiduciati, si presentarono alla prima del terzo film con le sette sfere del drago e la maglietta “I Love Smaug”, per una dolce morte nel caso alla metà del primo tempo lo script non fosse decollato.
Ma ecco che tutto inizia in medias res: finalmente una bella battaglia nello spazio! Tutti iniziano a pensare “Dai che è la volta buona”, “Tanto peggio dei primi due non può essere”, “Alle brutte dopo tutti da Gigetto”. Nei primi 10 minuti schiatta il Conte Dooku e fa la sua comparsa il Generale Grievous, un cyborg nato dall’unione tra la dea Kalì e Malefix con l’asma: “La voce è di Carmen Consoli mentre la tosse è di Marco Pannella!” dichiara Lucas fiero dei risultati della Industrial Light & Magic. Voci interne sostengono che l’idea del cyborg sia nata quando Manu Chao scoprì il Meccano per prolungare la durata della propria vita. Secondo il suo biografo ufficiale, Lucas per creare Grievous recuperò la sua inserzione scritta da bambino per cercarsi da solo una tata.
“Avverto grande paura in te Skywalker” aveva sentenziato il conte Dooku, che in realtà aveva solo captato l’umore dei fan in sala. Anakin cede alla rabbia, e su ordine del Cancelliere uccide Christopher Lee, felicissimo di sparire finalmente dal franchise. “E’ normale, lui ti ha mozzato un braccio e ti sei vendicato, ricordi cosa accadde a Theon Greyjoy?” lo conforta Palpatine. Il giovane Jedi aveva già massacrato i sabbipodi che avevano ucciso sua madre: “Eliminare il padre dallo script non fu una mia idea, ma dopo aver visto il primo montaggio sia Edipo che Giuseppe mi chiesero di non essere accreditati” svelerà Lucas. Il massacro dei sabbipodi aveva inoltre causato molte polemiche: “Vedete che succede a non avere una mamma e un papà?” aveva detto Giovanardi. Ma ora Hayden Christensen è un attore espressivo, e dopo il workshop con Alberto Tomba non ha più bisogno di leggere il copione a inchiostro simpatico stampato su R2-D2. Dal canto suo, Obi-Wan stavolta sembra un hipster del West End che vaga per il film in accappatoio, facendosi sostituire dalla propria action figure nei primi piani.
Visto che nessuno deve sapere che Anakin e Padme sono sposati, i due pensano bene di baciarsi nella hall del Senato. Dopo il bacio, lei dichiara subito di essere incinta. A quel punto Anakin, che già è stato concepito senza alcun intervento paterno, lancia l’hashtag #MaiNaGioiaPerIMaschiSkywalker.
Dopo essersi fatto sfuggire Palpatine, il Generale Grievous si collega con Darth Sidious. Che è un po’ come se Joker si scusasse con Bruce Wayne di aver mancato Batman, ma tant’è. Nella galassia si viaggia nell’iperspazio, si clonano valanghe di Jango Fett ma nessuno ha inventato Skype: per parlare con qualcuno serve un tavolo circolare per ologrammi a grandezza naturale, in saldo all’Ikea di Hong Kong. Alcuni sostengono che Skype fu bandito da quando Darth Maul rubò ad un furioso Darth Sidious il nome utente “InSidious”, per ottenere il ruolo del demone nel film di James Wan. Alla fine del collegamento col Generale, interrotto da uno spot di Monkey Island IV, Il signore oscuro svela un colpo di scena di prim’ordine: “Molto presto avrò un nuovo apprendista, molto più giovane e molto più potente!”
Visto che Star Wars è frontiera, avventura e western, per un boato di tempo l’azione si svolge nell’orribile appartamento di Padmé ed Anakin, che hanno evidentemente dribblato il Salone del Mobile ed acquistato tutto all’ingrosso da Donald Trump. Quando Palpatine nomina Anakin suo rappresentante presso il Consiglio, i Jedi non gli riconoscono il rango di maestro. “Che ti frega” lo conforta il politico “Io faccio sia il Cancelliere che il signore oscuro, e non ho passato manco Analisi 1”. Per traviarlo, Palpatine gli racconta l’infausta storia di Dark Plagueis il saggio, tragicamente scomparso mentre usava la spada laser per l’annuale raccolta di telline su Alderaan. “Ti tengono nascoste tutte le cose migliori” gli confida Palpatine “Ti hanno fatto giocare a Ni No Kuni? Netflix ti dice niente? Sai cos’è un Oreo?”.
Anakin è confuso, ma lo sono anche i Jedi: Suor Germana aveva predetto che Anakin fosse il prescelto e che, proprio come Activia, avrebbe riportato equilibrio nella Forza”. Non pago di coprire ogni buco del copione con “Cerca dentro di te”, Lucas fa dire a Yoda e a Mace Windu che “La profezia malinterpretata può essere stata”. Ora si spiega il tentato referendum dei Wookie per sostituire i Jedi con i Guardiani della Galassia: in sostanza la Repubblica cade per un malinteso, come quando google translate traduce il calabrese in aramaico.
Visto che alle cose è bello arrivare progressivamente, Mace Windu di punto in bianco e senza alcun motivo esclama “Avverto un complotto per distruggere i Jedi!”. La battuta originaria era “Sento forse odore di risotto allo zafferano?” poi scartata perché troppo introspettiva. Visto che per 2 film nessuno si è minimamente accorto che il capoccia della Repubblica fosse il supercattivo, uno pensa “Beh l’intero terzo episodio sarà dedicato al progressivo emergere dell’agghiacciante verità, e quando sarà palese nessuno ci crederà!”. E infatti Anakin esclama altrettanto a buffo “Ho scoperto che il capoccia della Repubblica è il signore dei Sith!” e Samuel L. Jackson replica “Bono va’, che oggi m’ha pure stinto la tunica e non c’è ancora quella del Disney Store”.
Durante il megacomplotto, cadono molti Jedi in giro per la galassia. Palpatine appare come una finestra popup ai comandanti delle truppe dei cloni: “Esegui l’ordine 66!” – “Non la sento signore” – “Accetta la cookie policy idiota” – “Fatto signore” – “Esegui l’ordine 66”. Mentre la Repubblica e l’ordine dei Jedi cadono, parte anche la sitcom Casa Skywalker : Padmé, utile come un Blu-ray in un mangianastri, scruta il tempio Jedi andare a fuoco con l’espressività di un decespugliatore, mentre Anakin guarda in camera da sotto il lenzuolo indossando le lenti a contatto di Halloween.
Mentre va tutto in vacca Bantha, l’universo mondo tifa per il vero grande protagonista della saga: Chewbacca. E’ grazie a lui che Yoda riesce a scappare, e il suo lessico resta comunque più eloquente di quello del maestro. Come il Wookie abbia in seguito incontrato Harrison Ford, non è spiegato. “Meglio Han Solo che male accompagnato!” esclama spesso Lucas ridendo da solo. Per svignarsela in incognito, la navicella del Sommo è camuffata da bagnetto chimico accanto ai cantieri della Metro.
In collegamento con Barbara D’Urso, il Cancelliere riferisce in Senato sui disordini nella Capitale, trasformando la Repubblica nel primo Impero Galattico: la nuova legge elettorale, il Palpatellum, prevede che in ogni collegio salga solamente chi è stato in grado di vedere Episodio I e II, Pinocchio di Benigni e Natale su Mustafar senza accusare spasmi. Tanti senatori plaudono all’iniziativa: “Fatti li cazzi tua, fatti una galassia lontana lontana abusiva, te lo dico da amico” commentano in molti. Fortuna che c’è l’inflessibile senatore Organa, che in piena crisi di mezza età gira per Coruscant su uno spiderino manco fosse Lapo.
Dopo il consueto aperitivo alle terrazze dell’orlo esterno, Yoda e Obi-Wan tornano al tempio Jedi e visionano il filmato di quanto accaduto nell’ufficio del Cancelliere, compreso il passaggio di Anakin sia al lato oscuro che al timbro vocale di Fausto Leali. “Paletta porca che sbadati, all’on demand non siamo abbonati” esclama Yoda col senno di poi. In sostanza, non solo non si sono mai accorti di nulla ma potevano anche visionare tutto dal principio, comodamente da casa, senza scatenare una guerra, senza incaricare Anakin di spiare Palpatine, senza caricare un boato di truppe sul bilancio pubblico, risparmiandoci 3 film e qualche decina di “Guarda dentro di te”.
Finalmente Anakin e Obi-Wan si affrontano su Mustafar, piroettando in mezzo alla lava a bordo di un pinguino De Longhi. Fa così caldo che Studio Aperto dedica un intero speciale al perché in un vulcano faccia caldo. La troupe tuttavia distrae Anakin che, mentre rilascia una dichiarazione sull’importanza del peeling nei paesi in via di sviluppo, viene colpito dal suo vecchio maestro, stanco dei complotti e degli inestetismi cutanei.
Dopo due ore passate a rivalutare gli script dei Power Rangers, quello che occorre per introdurre la trilogia originale accade negli ultimi 4 minuti: Padmé, che nel film è stata utile come un bagnoschiuma nel sahara, dà alla luce a tempo record Luke e Leila; Obi-Wan, che 20 anni dopo dirà a Luke di aver smesso di chiamarsi così prima che lui nascesse, si chiama ancora Obi-Wan; con la supercazzola del conte Mascetti, l’Imperatore convince Anakin di aver ucciso Padmé: Anakin se la beve e grida un “nooo” che non si sentiva da quando J.J. Abrams vide La Minaccia Fantasma.
STAR WARS EPISODIO II: LA CAZZARECENSIONE
Vendicazzar Wars.
Atto II.
Le cazzarecensioni – Episodio II
A cura di Emanuele
Si prosegue con il punto di vista vendicazzaro sulla trilogia Prequel.
Ricordiamo che una cazzarecensione non è una recensione. Non ha finalità critiche ma di puro cazzeggio, per cui mettetevi in panciolle e affilate le vostre spade laser. Ora inclinate lo schermo e iniziate a farlo scorrere verso l’alto.
Dopo essere stata eletta senatrice coi punti dell’Unieuro, Padmé sopravvive a un attentato nel quale muore la fedele ancella che la sostituiva sotto mentite spoglie. La poveretta, anziché bestemmiare in klingon a sfregio, prima di andarsene le chiede perdono per aver fallito. Dopotutto si sa, se ti fanno saltare in aria è colpa tua, la povertà è uno stato mentale e se sei disoccupato hai fatto una scelta di vita.
Consultato Il Libro dei Coniglietti Suicidi, scritto da Roger Rabbit dopo aver visto La Minaccia Fantasma, Padmé s’illumina d’immenso e sentenzia che il mandante è il perfido Conte Dooku, un animagus separatista fuggito da Arkham, Azkaban e dalla Corte dei Conti da lui stesso fondata. Pare che la Portman ripetesse di continuo “E’ stato il maggiordomo”, visibilmente confusa dopo aver visto al trucco Christopher Lee vestito da Alfred in versione Downton Abbey. Poiché al momento la sua unica guardia del corpo è un misto tra Willy l’Orbo e suor Maria Claretta, urge proteggere la senatrice da minacce incombenti quali doppie punte, peli superflui e fastidiose finestre popup. Obi-Wan, che in tempi di spending review indossa una tunica di H&M, giunge in soccorso insieme ad Anakin, che dopo la fase Gigi la Trottola si è evoluto nel sesto dei Backstreet Boys.
Per uccidere nel sonno Padmé, il viceré Gunray manda il cacciatore di taglie Jango Fett, che manda la mutaforma Zam Wesell, che manda un droide, che manda due velenosissimi vermi kouhun. “Mentre giravamo in Italia ho dovuto pagare l’RC Auto, ho deciso quindi di complicare il semplice attraverso l’inutile” dichiara Lucas sul blog di Oscar Giannino. Fortuna che mentre Obi-Wan riordina i tamagotchi e Anakin sfida Palpatine a Candy Crush, i due si accorgono che Padmé è in pericolo sentendola russare nella lingua di Mordor.
Segue un pacchianissimo inseguimento nella giungla metropolitana di Coruscant, nel disperato tentativo di plagiare omaggiare Blade Runner, Il Quinto Elemento e Crazy Taxi. Perché si sa, ogni distopia che si rispetti ha i grattacieli con la nebbia, gli ologrammi coi teletubbies che reclamizzano bevande e i punk che bivaccano tra le pozzanghere. I due catturano il mutaforma, che in pieno stile D&D viene colpito da un dardo incantato, torna un burattino di legno e lascia la cugina Mystica unica erede. Il dardo proviene da un pianeta acquatico scherzosamente chiamato Kamino, che non risulta né dalla patch di Skyrim né sul forum di Minecraft. Dato che la galassia è in ottime mani, sia Obi-Wan che Yoda devono consultare un marmocchio in età prescolare per capire che l’archivio Jedi è stato compromesso. “Meravigliosa mente di bimbominkia è” esclama Yoda, mentre pensa “Troppo fatti di metanfetamine noi siamo”. Con l’occasione, in archivio vengono anche cancellate le ricerche recenti: “Accendere la spada nel verso giusto”, “OK il verso è giusto”, “Mazzancolle alla Sith”.
Stressata da troppi selfie fuori fuoco, Padmé si prende un periodo di aspettativa da senatrice e lascia il suo seggio parlamentare a Jar Jar Binks. Che è come se Hillary Clinton si facesse sostituire da Spongebob, ma tant’è. “Poi col gettone di presenza mi rimborsano anche i pasti e la benzina, lo fanno tutti” confessa Padmé ai microfoni di Report.

“Io pensa che non è che comunque per dire contro chi poi non è di meno se prima fa in tutto ma non è ancora dopo!”
Nel frattempo sul pianeta Kamino c’è un paradiso fiscale, retto dal noto evasore capitano d’industria Lama Su, dove il maestro Sifo-Dyas ha ordinato, chiaramente a sua stessa insaputa, un enorme esercito di cloni. “Avevo grane con la FIOM, mi si sono ammutinati i Mudokon, gli Oompa Loompa e i carmelitani scalzi, poi su Ask ho scoperto i cloni” rivela il maestro a Dagospia. Il primo clone, “Hello Dolly”, canta talmente bene che ne vengono creati a frotte. Sfortunatamente Syfo-Dyas non sopravvive alla vista dell’orrore da lui stesso ordinato: in milioni vestiti allo stesso modo, nessuno che si parla e tutti che scrutano ininterrottamente un monitor.
L’unico clone differente è Boba, un bambino cordiale come il Mastino di Game of Thrones col jet lag. Viene adottato proprio da Jango, in preda ai complessi di inferiorità per non avere anch’egli una D muta nel nome. Alla notizia dell’adozione, con lo slogan “il maligno accenderà il Kamino”, i Jawa organizzano un Family Day contro la deriva laicista del pianeta, paragonando Jango ad Elton John e tacciando Lama Su di apologia di Tom Ford.
Giunto sulle spiagge del pianeta natale di Padmé, Anakin nobilita il copione con battute tipo “Non mi piace la sabbia, è ruvida e si infila dappertutto”, poi firma il manifesto metrosexual degli Hutt e viene eletto volto Pantene di Naboo. “Da quando ho rimpiazzato la pinzetta con la spada laser la mia vita è cambiata, ora ho le sopracciglia perfette in un attimo” racconta a Padawanity Fair. E’ chiaro poi che Padmé ed Anakin sono attratti l’uno dall’altro, avendo in comune l’espressività di un campione di poker, il lessico di Groot e gran parte dei cosmetici.
Sfortunatamente, dopo aver letto il copione, la Perugina nega a Lucas i diritti sulle frasi dei bigliettini dei Baci. Per rimediare, il regista cita pietre miliari come Uccelli di Rovo, Sorellina e il Principe del Sogno e i biscottini della felicità, senza ovviamente raggiungerne le velleità introspettive. Pare inoltre che la battuta di Padmé “Sto morendo un po’ ogni giorno da quando sei rientrato nella mia vita” fosse la frase più gettonata nelle mail spedite a Lucas dai fan di vecchia data. E visto che l’amore è un sentimento vasto e complesso, Padmé si innamora di Anakin dopo che lui a tavola usa la Forza per sbucciare una pera.
Tuttavia, dopo un’indigestione di bacche di goji, lui sogna sua madre appesa al soffitto della stanza dei giochi di Mr. Grey. Traumatizzato, dopo non essersela filata di pezza per dieci anni decide di andarla a cercare costringendo Padmé a interrompere le ferie. “Sei sicuro che tua madre voglia essere salvata?” lo provoca lei con sguardo complice. Ma lui chiude le sdraio con le istruzioni di Salvatore Aranzulla, googla “Lettino solare Tatooine” e poco dopo si parte, mentre lei rimpiange di aver mollato Zoolander l’anno prima.
Si torna da Serenella Watto, che nel frattempo ha barattato Shmi Skywalker per un corso di dizione in streaming. Anakin va in soccorso di sua madre, ma la poveretta schiatta subito dopo avergli chiesto se ha mangiato, costringendolo a ordinare Big Mac a fiumi e a spostare aerobica alle sei. Nel frattempo toccherebbe anche andare a salvare Obi-Wan, catturato da un branco inferocito di vecchi fan di Alec Guinnes, ma si tirano tutti indietro, dai Men in Black all’A-Team fino a Bianca e Bernie: “Te la sei cercata, l’hai avuta, Toyota” twitta Bernie da Mustafar. In preda ad un eroismo degno di Hello Kitty, vengono tutti catturati e dati in pasto ai mostri nell’arena di Geonosis, dove tuttavia si liberano subito perché la sabbia scotta troppo. Al grido di “carini e coccolosi” addomesticano i mostri caricandoli su Nintendogs e vengono salvati dall’ordine dei Jedi, che decapitano Jango sulle note di “We Are Family”.
La vicenda, come anche il copione, va a carte quarantotto e scoppia la Guerra dei Cloni. Durante la battaglia, il conte Dooku fugge in mezzo al deserto su una Lambretta Pato, pur di non finire in prima pagina in un completo tra l’arcivescovo di Atene e Paperinik massone.
Ma colpo di scena, arriva una grande rivelazione: Yoda ha un tesserino da falso invalido.
In pubblico arranca zoppicando sul bastoncino del Magnum Double ma all’occorrenza è più agile delle palline rimbalzine e di Flubber. “A nessuno dirlo devi, l’assegno mensile io perdo” supplica il maestro dopo aver salvato gli eroi dalle grinfie del conte. Per distrarre la stampa, Obi-Wan svela che i nomi di Star Wars sono assegnati da Maccio Capatonda: “Molti Bothan sono morti per darci questa informazione.”
Anakin combatte, perde un braccio, ma delude anche chi voleva solo un dito. Perduta Lesta, la fedele mano destra, rinuncia definitivamente alla castità e sposa Padme con C3-PO e R2-D2 come testimoni, tanto nel caso li formatta. Il conte fugge con i piani della Morte Nera nell’Apple Watch, e raggiunge il signore dei Sith col quale ha in sospeso una vecchia sfida a Mario Kart.
Ancora una volta, Lucas cercò varie giustificazioni per consolare gli sconcertati fan: “Ho seguito i consigli di Joel Shumacher”, “E’ solo un teaser lungo”, “Sono stati i lemuri”.
Alle maratone di Star Wars, dopo le scuse per arrivare tardi pur di saltare La Minaccia Fantasma, guardare L’Attacco dei Cloni è diventato un male necessario che ha stimolato le teorie più fantasiose: “E’ banale come la banalità del male”, “E’ scritto così per esaltare gli altri”, “E’ il reboot steampunk de Il Tempo delle Mele”.
Ma non tutto il male viene per nuocere: con l’uscita nelle sale, la petizione più firmata su Change.org fu che il terzo capitolo fosse diretto da René Ferretti.
STAR WARS – EPISODIO I: LA CAZZARECENSIONE!
A cura di Emanuele
Riprendono le Vendicazzar Wars!
Atto II.
Le cazzarecensioni.
Episodio I.
Da oggi e per i prossimi tre giorni il punto di vista vendicazzaro sulla trilogia Prequel!
Ricordiamo che una cazzarecensione non è una recensione. Non ha finalità critiche ma di puro cazzeggio, per cui mettetevi in panciolle e affilate le vostre spade laser. Ora inclinate lo schermo e iniziate a farlo scorrere verso l’alto.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, due simpatici fricchettoni in tunica vennero mandati a trattare con un’organizzazione tra il cartello di Medellìn, il blocco navale di Cuba e la Confindustria. Pare che nel copione originario si presentassero con “Siamo in missione per conto di Dio”, poi rimpiazzato con un “Cm t va qui tt bn”, più fruibile al giovane pubblico. Ovviamente la trattativa finisce in vacca, anzi in Bantha, prima di cominciare. “Ci hanno mandato il figlio di Kurt Russell in Stargate” protestano i negoziatori osservando l’acconciatura di Obi Wan. I due sono inoltre sgamati subito come Jedi, essendo i soli a non avere un accento stereotipato.
Inizia così il quarto-primo film della saga di Star Wars, ambientato prima degli eventi narrati nella prima gloriosa trilogia. Fece infuriare Mel Brooks, che non aveva autorizzato alcun prequel di Balle Spaziali: “E comunque nella vita sono sempre di cattivo umore” dichiarerà Mel in conferenza stampa gettando i fan nello sconforto.
E c’era una volta una roba ganzissima chiamata Forza, che era una figata proprio perché non si capiva poi così bene cosa fosse. “Mostrare e solo se necessario spiegare” pare sia proprio una delle perle di saggezza di Yoda, che funziona dal cinema alle istruzioni dell’Ikea. Ignorando il monito del maestro sassarese, Lucas pensa bene di impapocchiare che microorganismi noti come Midi-chlorian zampillino qua e là come i pelucchi e i pallini del golf. “Volevo solo che Vola mio Midi-chlorian avesse qualche chance agli Academy Awards” dichiarerà il regista ai microfoni de La Zanzara.
Ma i Jedi mica pettinano le bambole assassine, e fallito il negoziato fuggono intrufolandosi clandestinamente su una nave. Giusto il tempo di schivare qualche migliaio di droidi di guardia. “Ho imparato da Timon e Pumbaa che distraggono le iene” confesserà Qui-Gon Jinn a KlausKondicio. L’esercito, tuttavia, invade il vicino pianeta di Naboo dopo aver avuto la meglio sulla guardia reale, armata fino ai denti di ombrellini da passeggio.
Ma i nostri eroi, aiutati da un indigeno simpatico come una colonscopia di prima mattina, salvano la regina, rubano una nave e sfuggono al gigantesco blocco navale che circonda il pianeta. “Ho iniziato da piccola, passavo i varchi attivi coprendo la targa col cofano della Smart, che vuoi che siano centinaia di navi da guerra…” dichiara la regina ricordando la sua formazione d’élite. La sovrana in fondo ha poche pretese, e chiede solo di portare con sé le sue fidate ancelle e lo stilista di Lady Gaga.
La nave degli eroi è danneggiata, e senza poter raggiungere la velocità smodata non arriverà lontano. “Lo sapevo, sono circondata da stronzi” bofonchia la regina per dare il suo contributo alla missione. Dopo una serie di peripezie meno avvincenti di Pierino e il Lupo, gli eroi finiscono sul pianeta sabbioso di Tatooine. Uno dice “figata c’è il porto di contrabbandieri di Episodio IV, quello dove il vecchio Obi Wan fa il giochino con la manina alle truppe imperiali”. Ma il trucchetto stavolta non funziona neanche con l’ultimo dei ricettatori in canottiera e Rolex. “Per creare Watto abbiamo fuso Serenella de La Bella Addormentata e il parcheggiatore abusivo del Pigneto” rivelano alla Industrial Light & Magic: il che ne spiega sia la testardaggine che l’assenza del POS. Il momento più alto del film è la velocissima corsa degli sgusci, ovvero l’unica sequenza in cui tutti, per fortuna, smettono di recitare.
Uno dice vabé dai, dopotutto è qui che inizia la storia di Darth Fener. Visto però che al momento lo storico villain dal respiro pesante ha le fattezze di Gigi la Trottola e l’acconciatura di Fantaghirò, urge trovare un cattivo d’ufficio che faccia un po’ di casino. Dopo una serie di brainstorming alla Lucasfilm, Darth Maul ha la meglio su Malefix, John Galliano, il Cavaliere del Teschio Maledetto, Ceausescu e Giovanni Allevi. Tuttavia, il personaggio è più bidimensionale di Metal Slug e viene scambiato per una riserva degli All Blacks. Caratterizzato come un batcapezzolo, Darth Maul non lavorerà più fino al ruolo del demone in Insidious di James Wan, dopo una lunga assenza dalle scene durante la quale lavora come maggiordomo di Angela Lansbury.
Intanto, nel parlamento della Repubblica governano i burocrati e il cancelliere supremo ha il carisma di un grafico a torta. Giunta in senato, la regina chiede aiuto asserendo che il suo popolo patisce invasioni, fame e pessimo wi-fi. Il senatore Palpatine twitta “Valorum stai sereno”, poi convince la regina a sfiduciare il cancelliere e prende un giovane Frank Underwood come padawan. Qualcuno tra i seggi nota la somiglianza tra Palpatine e il signore dei Sith, ma la risposta più gettonata è “Jedi e Sith sono uguali, si accordano per spartirsi le poltrone, noi unica opposizione”.
Nel frattempo, per stabilire se Gigi La Trottola sia o non sia il protagonista della profezia che cambierà per sempre le sorti della galassia, il Gran Consiglio Jedi lo sottopone al giochino che fa Bill Murray in Ghostbusters, sì proprio quello con le figurine da indovinare. Sembra che nel copione originario l’esame di ammissione fosse metti la cera togli la cera. Pare inoltre che in camera di consiglio Samuel L. Jackson abbia esclamato “prendiamolo e basta, tanto chissene, dico ovvietà e crepo sempre”.
Un vuoto di sceneggiatura dopo l’altro ed eccoci alla battaglia finale, quella dove copiano le pistole ascensori di Batman, nonostante il brevetto sulle velox scarpe di Super Mario Bros fosse in scadenza. Segue duellone con spade laser nel quale muoiono gli unici due personaggi che potevano essere approfonditi in maniera figa. Il grazioso montaggio a pene di Rancor permette poi di passare dal funerale del maestro fricchettone, dove sono tutti tristi, alla pacchianissima parata finale in pessima CGI, dove tutti fanno caciara come il 4 luglio a Las Vegas. Hanno eletto cancelliere il signore oscuro che distruggerà la Repubblica, ammesso tra i Jedi il futuro Darth Fener e il maestro fricchettone è morto, ma intanto festeggiano manco avessero aperto un Apple Store a Cuba.
Il film deluse i fan a tal punto che molti cercano ancora di farselo piacere a tutti i costi, pur di non ammettere che è avvincente come ritinteggiare il garage di domenica mattina. Pare che il tormentone “No Maria, io esco” sia stato coniato da Tina Cipollari durante la prima vip del film. Insieme alla scoperta che il sorriso sui sofficini Findus non viene come nello spot, fu un duro colpo per molti. E visto che uno Star Wars non può diventare uno scult, negli anni si è rivalutato come l’immobiliare a Kabul. George Lucas, in seguito, ha provato a giustificarsi in vari modi: “In realtà l’ha diretto Lory Del Santo”, “Con la colonna sonora di Vangelis funziona”, “All’epoca ero vegano”. E se chiedete un parere a J.J. Abrams, glissa dichiarando che a quel tempo si trovava in un altro tempo.
Tra i pregi del film, l’aver stimolato la creatività dei fan, che alle maratone di Star Wars trovano le scuse più originali per arrivare casualmente quel paio d’ore di ritardo. “Ho avvertito una vergenza nella Forza, voi intanto cominciate!”
Signori, un attimo di serietà.
Una vendicazzata speciale per una causa importante.
C’è tumulto nella Galassia: sembra che tutti vogliano veder morto Jar Jar Binks. Addirittura, il regista J.J. Abrams – che oltretutto con lui condivide le iniziali, tanto che in rete gira la voce che si tratti della stessa persona – ha dichiarato che ne Il risveglio della Forza, ormai prossimo all’uscita, si mostreranno i suoi resti.
Ebbene, noi diciamo “no”. Jar Jar è un politico di grande levatura (in Italia ne abbiamo avuti di peggio), e si è inoltre fatto carico di un peso troppo grande per le sue spalle, distogliendo con il suo modo di parlare sbilenco e la sua disturbante logorrea l’attenzione da elementi di grande portata sfrangicoglioni come la gara di sgusci o le interminabili passeggiate al lago di Anakin e Amidala nel corso della trilogia prequel. Jar Jar è importante. Jar Jar è il mastrocazzaro di Star Wars. Jar Jar è uno di noi.
Quindi i vendicazzari aderiscono alla campagna #SaveJarJar in corso da qualche settimana sulla rete. Durante le Vendicazzar Wars, da qui all’uscita del film, ogni venerdì una vignetta sarà dedicata al simpatico Gungan.
Visita la pagina Save Jar Jar Binks e diffondi l’hashtag. Abbraccia la causa. L’equilibrio dell’Universo dipende anche da questo. Riportiamolo a casa!
AUTORI: Guglielmino/Badino
Vendicazzar Wars – Atto I.
La saga delle saghe.
Episodio III.
Nonostante il radicale assalto di suo padre e la recisione dell’arto, il giovane Luke continua imperterrito il suo cammino di iniziazione nell’Antico Ordine Galattico degli Onanisti. Grazie ai potenti mezzi della tecnologia di Coruscant, non si piega al triste destino procurandosi un tecnologico, nuovissimo mezzo di piacere, ancora più letale e pericoloso del primo, per momenti di autostima di iperspaziale intensità. Usa la Forza, Luke. Così riesce meglio.
E’ una vendicazzata reboot. A questo link, l’originale: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150161640804088.301879.35226329087/10150588729404088/?type=3&theater
La saga delle saghe termina epicamente qui. Ma le Vendicazzar Wars sono appena iniziate! Da domani l’atto secondo, con un importante annuncio per la Salvezza della Cazzara Galassia. Stay tuned. Vendicazzari, Uniti !!!
AUTORI: Guglielmino/Casali/Ricciardi
Vendicazzar Wars – Atto I.
La saga delle saghe.
Episodio II.
Scoperto suo figlio per l’ennesima volta alle prese con un giornalaccio pruriginoso, il premuroso Lord Vader, temendo per la vista e la salute psicologica del ragazzo decide di optare per una soluzione radicale, dando un taglio netto alle cattive abitudini del giovane.
E’ una vendicazzata reboot. Qui l’originale: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150161640804088.301879.35226329087/10150580836934088/?type=3&theater
Domani, l’attesa conclusione!
AUTORI: Andrea Guglielmino
Vendicazzar Wars – atto I.
La saga delle saghe.
Episodio I.
Nel lontano 2012, all’uscita in sala della versione 3D de La minaccia fantasma – come primo passo di un progetto incompiuto che prometteva la trasposizione in 3D dell’intera serie di film di Guerre Stellari – i Vendicazzari, come loro solito, dedicavano al tema una settimana di corbellerie, che presero parzialmente corpo in un’ideale trilogia, nota nell’ambiente come ‘La saga delle saghe’. Una saga anch’essa indefinita e incompiuta, come per certi versi lo è il materiale di partenza. Se Lucas iniziò il suo racconto dall’Episodio IV, noi lo facemmo dall’Episodio II, che vedrete domani, proseguimmo con il III (che vedrete dopodomani, come probabilmente immaginerete) e non realizzammo mai il primo, che restò un progetto indefinito nelle nostre menti cazzare.
Oggi finalmente, oltre al restauro con rinnovata veste grafica, la trilogia trova compimento. I titoli sono tutti di foggia ‘stellare’, ma non seguono cronologicamente quelli della saga lucasiana, trovando invece uno specifico iter narrativo su un tema che è caro a tutti gli adolascanti in fasa da sviluppo. Ovvero, appunto, le saghe.
La nostra storia inizia qui, in una toilette di una galassia lontana lontana, dove un giovane Padawan sta scoprendo la sua virilità e il ‘lato B’ della Forza, trovandosi costretto a fronteggiare, suo malgrado, un attacco inaspettato.
Un guizzo di spada laser, un fremito tra i midichorian. Domani, l’atteso seguito…
AUTORI: Andrea Guglielmino
Perché noi, gli annunci, li facciamo in grande stile.
(Schermo intero e audio a manetta, please).
Manca un mese esatto all’uscita de Il risveglio della Forza, e noi celebriamo l’attesa con voi, con un evento unico ed epocale nella storia vendicazzara: un intero mese dedicato a un tema specifico, naturalmente lucasiano (o abramsiano, se preferite) e stellare. Ci saranno vignette nuove e riproposte di grandi classici, ma anche gustose cazzarecensioni dei film della saga e un momento di serietà con un’importante campagna per la salvezza di un personaggio destinato a portare equilibrio nel lato vendicazzaro della Galassia.
Si inizia domani, naturalmente con una trilogia.
Preparatevi alle Vendicazzar Wars.
Video: Peppe J. Gallo
Testo: Andrea Guglielmino
Vendicazzata extra, domenicale, omaggio all’attore Richard Madden che ieri ha fatto un salto nella Capitale per il Roma Fiction Fest.
AUTORI: Andrea Guglielmino
E buon Venerdì 13.
Questa vendicazzata, su suggerimento di Francesco Lomuscio, è strafamosa, stra-rubata, stra-copiata. Questa è la versione reboot. I vendicazzari l’originale l’hanno fatta nel 2011. Ecco il link: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150161640804088.301879.35226329087/10150393944399088/?type=3&theater
AUTORI: Guglielmino/Lomuscio
Tradizione del giovedì. In sala oggi il remake con Nicole Kidman del successo argentino di qualche anno fa.
AUTORI: Guglielmino/Papaleo
A furor di popolo si continua con Bond e Spectre, con una vendicazzata iper-richiesta, iper-suggerita, iper-proteica. Che col Martini, agitato, non mescolato, ce sta la morte sua.
AUTORI: Guglielmino/Rauco/Granata/Emanuele
Tanto adesso c’è Netflix.
E’ una vendicazzata reboot. Qui l’originale: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150628642129088.402907.35226329087/10151158498759088/?type=3&theater
AUTORI: Andrea Guglielmino
Dai che domani esce Spectre. Tre vignette a tema Bond per chiudere bene la settimana. Un buon agente segreto sa sempre dove conviene fare la spesa.
AUTORI: Guglielmino/Badino