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LUCA ‘KARDA’ CARDARELLI VENDICAZZARO DEL MESE!

Il primo vendicazzaro del mese dell’anno 2016!

Luca ‘Karda’ Cardarelli è da tempo un nostro affezionato lettore e spesso e volentieri partecipa con azzeccati suggerimenti e condividendo in rete le nostre corbellerie, in particolare sul suo blog ‘Cuore di Celluloide’ (seguitelo).

Ma ha superato sé stesso in spirito vendicazzaro e fedeltà alla causa quando, durante una sua intervista con i celebri Youtuber The Pills – Luca è infatti anche un valente giornalista cinematografico –  ci ha tenuto a citare i Vendicazzari come fonte di una battuta utilizzata nel film Sempre meglio che lavorare.  La battuta in questione aveva a che fare con ‘Carmelo Bane’, un personaggio di foggia vendicazzara classe novembre 2014. Qui la vignetta originale:

https://vendicazzariuniti.com/2014/11/13/869/

Qui l’intervista di Luca ai The Pills, con menzione ai vendicazzari:

http://cuoredicelluloide.blogspot.it/2016/01/the-pills-il-web-la-tv-il-cinema-e.html

Così, ci pare doveroso, giusto e sacrosanto (rullo di tamburi) annunciare che

Luca 'Karda' Cardarelli vendicazzaro del mese

Nato a Milano nel lontano 1979, studi classici, amante della cucina “alla gigi er troione” e del cinema dal trash puro a quell’ d’autore, Luca,  dal 2013 inizia a far parte di una vasta community di blogger e frequentatori della rete, attraverso i quali raggiunge in men che non si dica i lidi vendicazzari.

Adora la Musica Hard Rock e Metal, in particolare Metallica, Pantera, Guns n’ roses e AC/DC, segue moderatamente il calcio e scrive sul suo blog pubblicando recensioni, alternando il ruolo di critico e giornalista online a quello di  comune e appagato spettatore pagante. Predilige Tarantino, Kubrick, Scorsese, Spielberg, fino ad arrivare alla tamarria di Rodriguez e Snyder.  Impazzisce per i cinecomic, in particolare quelli ispirati a personaggi della DC, a partire da Batman.

 

GIUSEPPE GALLO E PAOLO TASSOTTI VENDICAZZARI DEI MESI DI NOVEMBRE E DICEMBRE!

Pronti per i botti di fine anno? Due vendicazzari di prim’ordine per gli ultimi due mesi di questo scoppiettante 2015. Parliamo di Giuseppe Gallo, l’animatore speciale che ci ha prestato con generosità la sua abilità per realizzare il ‘video crawl’ che ha aperto le Vendicazzar Wars, contribuendo notevolmente a comunicare l’evento in maniera divertita e simpaticamente citazionista. Il che gli vale la nomina per il mese di novembre, con l’invito a seguire il suo lavoro sul suo canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCxATJNEeZONw3aN2CnD6e9g) .

Il mese di dicembre, invece, è stato dominato dalla vendicazzata Darthonico, suggerita ai tempi della Prima Repubblica da Paolo Tassotti,  oggi riproposta e condivisa da media importanti (tra cui la pagina facebook di Repubblica XL, che naturalmente ringraziamo) e che segna attualmente il record di condivisioni e apprezzamenti (siamo a quota 560).

Per cui (fanfara di John Williams) siamo lieti di annunciare che …

 

Giuseppe Gallo Vendicazzaro del mese

E che…

Paolo Tassotti Vendicazzaro del mese

Qualche nota biografica su questi due illustri cazzarissimi individui.

Giuseppe Gallo è nato e cresciuto tra i pescatori di Posillipo (Napoli), dopo avere passato 14 anni senza prendere nemmeno un’anguilla, si rende conto che dai pescatori ha appreso solo l’affascinante arte di raccontare storie. Attraccato al molo, scende dalla barca a remi e incomincia a raccontare le sue, di storie, attraverso video, cartoni animati, macchina da scrivere ed un’armonica. Alcune di queste storie fanno schifo, altre un po’ meno. Ma la vita è così.

Paolo Tassotti nasce il 4 marzo 1978, e questo lo scagiona quantomeno dai fattacci di Piazza Fontana. Rompe i coglioni alla gente andando a vantarsi che è nato lo stesso giorno di Lucio Dalla, anche se a nessuno gliene importa un fico secco. Millanta una lontana parentela con l’omonimo ex terzino del Milan solo per far incazzare gli amici interisti. Vendicazzaro ante litteram, partorisce il suo alter-ego radiofonico “Yeri Cagarin” (nel corso della trasmissione Sputnik in onda su Radiosapienza) in omaggio alla fallimentare corsa allo spazio bolscevica. Dopo una discreta parabola nel prog-rock si sputtana la reputazione al concertone del Circo Massimo del 2007 tirando un capitello in testa a Phil Collins reo di aver steccato una rullata. Ha suonato la chitarra in vari gruppi prog-rock della Capitale ed è autore del frizzante e ormai rarissimo romanzo distopico ‘Circo Barnard!’ (edito da Aletti).

Vi lasciamo con il crawl di Gallo, nel caso ve lo siate perso. Che la Farsa sia con voi!

Metti a posto le mani che i lampi di energia bruciano.

Palpatine

E’ una vendicazzata reboot. Qui l’originale. Cosa c’entrasse Mila Kunis, è un mistero destinato a restare tale. Magari lo spiegheremo nella prossima trilogia: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150628642129088.402907.35226329087/10151166165649088/?type=3&theater

AUTORI: Andrea Guglielmino

#JarJarRocks anche con Alice Cooper. Segui la campagna ‘Save Jar Jar Binks’. Usa l’hashtag #SaveJarJar. Non deve morire! Riportiamolo a casa!

Love's a Loaded Gungan

AUTORI: Guglielmino/Manthomex

STAR WARS EPISODIO III: LA CAZZARECENSIONE

Vendicazzar Wars.

Atto II.

Le cazzarecensioni – Episodio III

A cura di Emanuele 

Si conclude la trilogia di cazzarecenzioni sugli episodi Prequel. Da domani, l’atto III delle Vendicazzar Wars. Il vostro preferito: vendicazzate in libertà fino all’uscita del film”

Ricordiamo che una cazzarecensione non è una recensione. Non ha finalità critiche ma di puro cazzeggio, per cui mettetevi in panciolle e affilate le vostre spade laser. Ora inclinate lo schermo e iniziate a farlo scorrere verso l’alto.


Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, i fan di Star Wars esploravano le stelle nel tentativo di trovare una spiegazione a Episodio I e II. Pianeta dopo pianeta, pare le risposte più gettonate fossero: “Sono i prequel di Balle Spaziali”, “Li ha fatti la Asylum”, “Starché?? Vuole comprare qualcosa?”. Sfiniti e sfiduciati, si presentarono alla prima del terzo film con le sette sfere del drago e la maglietta “I Love Smaug”, per una dolce morte nel caso alla metà del primo tempo lo script non fosse decollato.

I fan all'entrata delle sale, certi al 100% di vedere un gran film

I fan all’entrata delle sale, certi al 100% di vedere un gran film

Ma ecco che tutto inizia in medias res: finalmente una bella battaglia nello spazio! Tutti iniziano a pensare “Dai che è la volta buona”, “Tanto peggio dei primi due non può essere”, “Alle brutte dopo tutti da Gigetto”. Nei primi 10 minuti schiatta il Conte Dooku e fa la sua comparsa il Generale Grievous, un cyborg nato dall’unione tra la dea Kalì e Malefix con l’asma: “La voce è di Carmen Consoli mentre la tosse è di Marco Pannella!” dichiara Lucas fiero dei risultati della Industrial Light & Magic. Voci interne sostengono che l’idea del cyborg sia nata quando Manu Chao scoprì il Meccano per prolungare la durata della propria vita. Secondo il suo biografo ufficiale, Lucas per creare Grievous recuperò la sua inserzione scritta da bambino per cercarsi da solo una tata.

Il generale faceva sempre scopa col 4 di spade. Che mattacchione!

Il generale faceva sempre scopa col 4 di spade. Che mattacchione!

“Avverto grande paura in te Skywalker” aveva sentenziato il conte Dooku, che in realtà aveva solo captato l’umore dei fan in sala. Anakin cede alla rabbia, e su ordine del Cancelliere uccide Christopher Lee, felicissimo di sparire finalmente dal franchise. “E’ normale, lui ti ha mozzato un braccio e ti sei vendicato, ricordi cosa accadde a Theon Greyjoy?” lo conforta Palpatine. Il giovane Jedi aveva già massacrato i sabbipodi che avevano ucciso sua madre: “Eliminare il padre dallo script non fu una mia idea, ma dopo aver visto il primo montaggio sia Edipo che Giuseppe mi chiesero di non essere accreditati” svelerà Lucas. Il massacro dei sabbipodi aveva inoltre causato molte polemiche: “Vedete che succede a non avere una mamma e un papà?” aveva detto Giovanardi. Ma ora Hayden Christensen è un attore espressivo, e dopo il workshop con Alberto Tomba non ha più bisogno di leggere il copione a inchiostro simpatico stampato su R2-D2. Dal canto suo, Obi-Wan stavolta sembra un hipster del West End che vaga per il film in accappatoio, facendosi sostituire dalla propria action figure nei primi piani.

“Perché non ho accettato Padre Pio, c’avevo anche più merchandising…”

“Perché non ho accettato Padre Pio, c’avevo anche più merchandising…”

Visto che nessuno deve sapere che Anakin e Padme sono sposati, i due pensano bene di baciarsi nella hall del Senato. Dopo il bacio, lei dichiara subito di essere incinta.  A quel punto Anakin, che già è stato concepito senza alcun intervento paterno, lancia l’hashtag #MaiNaGioiaPerIMaschiSkywalker.

Dopo essersi fatto sfuggire Palpatine, il Generale Grievous si collega con Darth Sidious. Che è un po’ come se Joker si scusasse con Bruce Wayne di aver mancato Batman, ma tant’è. Nella galassia si viaggia nell’iperspazio, si clonano valanghe di Jango Fett ma nessuno ha inventato Skype: per parlare con qualcuno serve un tavolo circolare per ologrammi a grandezza naturale, in saldo all’Ikea di Hong Kong. Alcuni sostengono che Skype fu bandito da quando Darth Maul rubò ad un furioso Darth Sidious il nome utente “InSidious”, per ottenere il ruolo del demone nel film di James Wan. Alla fine del collegamento col Generale, interrotto da uno spot di Monkey Island IV, Il signore oscuro svela un colpo di scena di prim’ordine: “Molto presto avrò un nuovo apprendista, molto più giovane e molto più potente!”

“Palpy! Ma un s'era detto che era una sorpresa??”

“Palpy! Ma un s’era detto che era una sorpresa??”

Visto che Star Wars è frontiera, avventura e western, per un boato di tempo l’azione si svolge nell’orribile appartamento di Padmé ed Anakin, che hanno evidentemente dribblato il Salone del Mobile ed acquistato tutto all’ingrosso da Donald Trump. Quando Palpatine nomina Anakin suo rappresentante presso il Consiglio, i Jedi non gli riconoscono il rango di maestro. “Che ti frega” lo conforta il politico “Io faccio sia il Cancelliere che il signore oscuro, e non ho passato manco Analisi 1”. Per traviarlo, Palpatine gli racconta l’infausta storia di Dark Plagueis il saggio, tragicamente scomparso mentre usava la spada laser per l’annuale raccolta di telline su Alderaan. “Ti tengono nascoste tutte le cose migliori” gli confida Palpatine “Ti hanno fatto giocare a Ni No Kuni? Netflix ti dice niente? Sai cos’è un Oreo?”.

“Bello de zio, manco ‘na canna di midi-chlorian”

“Bello de zio, manco ‘na canna di midi-chlorian”

Anakin è confuso, ma lo sono anche i Jedi: Suor Germana aveva predetto che Anakin fosse il prescelto e che, proprio come Activia, avrebbe riportato equilibrio nella Forza”. Non pago di coprire ogni buco del copione con “Cerca dentro di te”, Lucas fa dire a Yoda e a Mace Windu che “La profezia malinterpretata può essere stata”. Ora si spiega il tentato referendum dei Wookie per sostituire i Jedi con i Guardiani della Galassia: in sostanza la Repubblica cade per un malinteso, come quando google translate traduce il calabrese in aramaico.

"Buhahaha cojoni"

“Buhahaha cojoni”

Visto che alle cose è bello arrivare progressivamente, Mace Windu di punto in bianco e senza alcun motivo esclama “Avverto un complotto per distruggere i Jedi!”. La battuta originaria era “Sento forse odore di risotto allo zafferano?” poi scartata perché troppo introspettiva. Visto che per 2 film nessuno si è minimamente accorto che il capoccia della Repubblica fosse il supercattivo, uno pensa “Beh l’intero terzo episodio sarà dedicato al progressivo emergere dell’agghiacciante verità, e quando sarà palese nessuno ci crederà!”. E infatti Anakin esclama altrettanto a buffo “Ho scoperto che il capoccia della Repubblica è il signore dei Sith!” e Samuel L. Jackson replica “Bono va’, che oggi m’ha pure stinto la tunica e non c’è ancora quella del Disney Store”.

“Marò che script, Peppa Pig è più avvincente”

“Marò che script, Peppa Pig è più avvincente”

Durante il megacomplotto, cadono molti Jedi in giro per la galassia. Palpatine appare come una finestra popup ai comandanti delle truppe dei cloni: “Esegui l’ordine 66!” – “Non la sento signore” – “Accetta la cookie policy idiota” – “Fatto signore” – “Esegui l’ordine 66”. Mentre la Repubblica e l’ordine dei Jedi cadono, parte anche la sitcom Casa Skywalker : Padmé, utile come un Blu-ray in un mangianastri, scruta il tempio Jedi andare a fuoco con l’espressività di un decespugliatore, mentre Anakin guarda in camera da sotto il lenzuolo indossando le lenti a contatto di Halloween.

“Aggiungetemi su Kik. No intellettuali, emancipate o Hutt”

“Aggiungetemi su Kik. No intellettuali, emancipate o Hutt”

Mentre va tutto in vacca Bantha, l’universo mondo tifa per il vero grande protagonista della saga: Chewbacca. E’ grazie a lui che Yoda riesce a scappare, e il suo lessico resta comunque più eloquente di quello del maestro. Come il Wookie abbia in seguito incontrato Harrison Ford, non è spiegato. “Meglio Han Solo che male accompagnato!” esclama spesso Lucas ridendo da solo. Per svignarsela in incognito, la navicella del Sommo è camuffata da bagnetto chimico accanto ai cantieri della Metro.

“Scusate se chiamato vi abbiamo, a corto di personaggi riusciti noi eravamo”

“Scusate se chiamato vi abbiamo, a corto di personaggi riusciti noi eravamo”

In collegamento con Barbara D’Urso, il Cancelliere riferisce in Senato sui disordini nella Capitale, trasformando la Repubblica nel primo Impero Galattico: la nuova legge elettorale, il Palpatellum, prevede che in ogni collegio salga solamente chi è stato in grado di vedere Episodio I e II, Pinocchio di Benigni e Natale su Mustafar senza accusare spasmi. Tanti senatori plaudono all’iniziativa: “Fatti li cazzi tua, fatti una galassia lontana lontana abusiva, te lo dico da amico” commentano in molti. Fortuna che c’è l’inflessibile senatore Organa, che in piena crisi di mezza età gira per Coruscant su uno spiderino manco fosse Lapo.

"Con questa ai tempi miei ci rimorchiavo pure i Gungan"

“Con questa ai tempi miei ci rimorchiavo pure i Gungan”

Dopo il consueto aperitivo alle terrazze dell’orlo esterno, Yoda e Obi-Wan tornano al tempio Jedi e visionano il filmato di quanto accaduto nell’ufficio del Cancelliere, compreso il passaggio di Anakin sia al lato oscuro che al timbro vocale di Fausto Leali. “Paletta porca che sbadati, all’on demand non siamo abbonati” esclama Yoda col senno di poi. In sostanza, non solo non si sono mai accorti di nulla ma potevano anche visionare tutto dal principio, comodamente da casa, senza scatenare una guerra, senza incaricare Anakin di spiare Palpatine, senza caricare un boato di truppe sul bilancio pubblico, risparmiandoci 3 film e qualche decina di “Guarda dentro di te”.

"Ma questi so' pazzi!!! Te credo che ci siamo comprati il franchise!"

“Ma questi so’ pazzi!!! Te credo che ci siamo comprati il franchise!”

Finalmente Anakin e Obi-Wan si affrontano su Mustafar, piroettando in mezzo alla lava a bordo di un pinguino De Longhi. Fa così caldo che Studio Aperto dedica un intero speciale al perché in un vulcano faccia caldo. La troupe tuttavia distrae Anakin che, mentre rilascia una dichiarazione sull’importanza del peeling nei paesi in via di sviluppo, viene colpito dal suo vecchio maestro, stanco dei complotti e degli inestetismi cutanei.

Il pianeta vulcanico Mustafar

Il pianeta vulcanico Mustafar

Dopo due ore passate a rivalutare gli script dei Power Rangers, quello che occorre per introdurre la trilogia originale accade negli ultimi 4 minuti: Padmé, che nel film è stata utile come un bagnoschiuma nel sahara, dà alla luce a tempo record Luke e Leila; Obi-Wan, che 20 anni dopo dirà a Luke di aver smesso di chiamarsi così prima che lui nascesse, si chiama ancora Obi-Wan; con la supercazzola del conte Mascetti, l’Imperatore convince Anakin di aver ucciso Padmé: Anakin se la beve e grida un “nooo” che non si sentiva da quando J.J. Abrams vide La Minaccia Fantasma.

“Bellina! Che è?” – “Morte Nera” – “Ma è grigia!” – “Grigia…è brizzolata!”

“Bellina! Che è?” – “Morte Nera” – “Ma è grigia!” – “Grigia…è brizzolata!”

 

 

 

EMILIANO CARLI E STEFANO STOCCHI VENDICAZZARI DEL MESE!

Signori, ne abbiamo due. Per la prima volta nella storia vendicazzara l’ambito titolo va a parimerito a due persone, grazie alla larga diffusione di una vendicazzata, Arise (record di condivisioni e ‘Mi piace’, anche grazie alla confacente pubblicazione sul profilo facebook di Repubblica XL. Al momento siamo a 173) che ha una storia particolare.

Nata nel 2012 su suggerimento di Carli, nome noto della satira via web e non solo, viene riproposta recentemente da Stocchi per cavalcare il tormentone di una foto non proprio riuscita della cantante potentina, con riferimento a un noto album della metal band Sepultura.

Qui trovate la versione originale: https://www.facebook.com/35226329087/photos/a.10150161640804088.301879.35226329087/10150606290984088/?type=3&theater

Qui quella moderna, leggermente modificata per l’occasione: https://vendicazzariuniti.com/2015/07/27/1700/

Ma bando alle ciance e annunciamo orgogliosamente cheCarli vendicazzaro del mese

e che

Stocchi vendicazzaro del mese

Qualche nota sui due baldi contributors.

Emiliano Carli. Romano, classe 1980. “Illustratore satirico per caso, quasi per sbaglio”, si definisce lui. Un giorno viene notato per caso dal suo direttore come Sabrina Salerno viene notata dal signor Sauli in Fratelli d’Italia (ma a differenza di lei, non ha macchine di lusso e non va al letto con Gerry Calà). Da diversi anni ha avvandonato la carta stampata per approdare in un nuovo mondo ai più sconosciuto: la televisione. Ha lavorato con Geppi Cucciari, Enrico Bertolino, Selvaggia Lucarelli e da due anni è alla corte di Myrta Merlino presso il programma “L’aria che tira” in onda su La7. Progetti per il futuro: diventare famoso al punto tale da essere invitato da Daria Bignardi e da Fabio Fazio contemporaneamente.

Stefano Stocchi. Nato a Roma nel 1983. Si laurea triennale in D.A.M.S. (Dipartimento Arti Musica e Spettacolo). Non pago dei pochi sbocchi professionali, decide di troncarsi le gambe prendendo la specialistica in Italianistica. Da sempre appassionato di musica metal, ha collaborato con la webradio dell’Università di Tor Vergata, creando e conducendo il programma “I Guerrieri del Metallo” e con la WebTV dell’Ateneo ha corealizzato il format “Across the Music”. Odora i concerti e scrivere di musica. Autore di racconti brevi, soprattutto horror, aspetta il momento giusto per dare alle stampe il suo primo romanzo… e fu così che lo pubblicarono postumo.

JURASSIC WORLD: LA CAZZARECENSIONE!

a cura di Ang

CONTIENE SPOILER. MA FA ANCHE RIDE. A VOI LA SCELTA. RICORDATE CHE UNA CAZZARECENSIONE NON E’ UNA RECENSIONE. NON HA FINALITA’ CRITICHE, MA DI PURO CAZZEGGIO.

La saga di Jurassic Park, da sempre, si basa su premesse solide e impeccabili. Ovvero che i geni più geni della Terra, gli scienziati più intelligenti e autorevoli del mondo, plurilaureati e premiati, in grado di creare la vita da una minuscola molecola di sangue impregnata di DNA, non siano in grado di capire, a intuito, che razza di idea di merda sia riempire un parco di feroci predatori preistorici alti come palazzi – che Madre Natura, mica Tiramolla, ha voluto lasciar estinguere milioni di anni fa. Ci sarà stato un motivo – e mandarci dentro una mandria di turisti sprovveduti e flaccidi in bermuda, macchina fotografica e cappellino. Del resto, guardate che facce.

Scienziati

Ma sono i grandi temi, la hybris umana, il complesso di Prometeo, la cultura contro l’ordine biologico delle cose, e per una volta, l’errore, imboccato dal Demonio dell’avidità e del denaro facile, ce po’ sta. Ma, diopterodattilo, mannaggia i pescetti, se la prima volta finisce in tragedia e hai la bella idea di rifarlo, sarai n’ cojone?

Ecco, in Jurassic World, l’attesissimo sequel-reboot della saga, lo rifanno. E già partiamo così. Però attenzione, eh. Che dai, non è mica così semplice. Avendo imparato dall’esperienza e dalla tragedia, adottano delle misure di sicurezza particolari e appositamente studiate. Di sicurezza che i turisti finiranno sbranati, intendiamo. E del resto, osservando il look e lo sguardo da totano del turista medio del Jurassic Park, come dar loro torto?

pubblico

Selezione naturale! Evoluzione della specie! Tutti i più coglioni – perché figlio mio, pure te, due settimane di ferie l’anno, faticosamente sudate, e invece di andartele a spendere a caicco e mignotte come sarebbe naturale preferisci giocare a fare la polpetta al sugo per i bestioni preistorici, un po’ te lo meriti – li si raduna al parco, e che le cose facciano il loro corso. Quindi non solo tornano i dinosauri erbivori che te li presentano come gattini ma sempre bestie so e se gli rode il culo ti schiacciano con una zampa come la merda che sei, non solo torna il Tyrannosaurus Rex che qui in sostanza diventa la mascotte buona tipo ‘Ti voglio bene Denver’ ma ricordiamoci sempre che fino a ieri stava in cima alla catena alimentare. Non paghi di ciò, gli intelligentoni di cui sopra decidono di dare vita a una nuova specie di dinosauro geneticamente modificato che mescola in sé il DNA di varie specie preistoriche, serpenti, rane, camaleonti, seitan, Paperoga, cerume, catrame e tracce di frutta a secca con guscio. Suona un po’ na cazzata vè? Eccolo in tutto il suo splendore.

indominus

Ora, il nome della nuova specie è incerto: nelle prime note di produzione lo chiamavano ‘Diabolus Rex’. Ora  lo pronunciano ‘Indominus Rex‘ da Roma in su e ‘Indomitus Rex‘ da Roma in giù e nelle isole (1). Noi saremo fedeli alla sua essenza e lo chiameremo affettuosamente ‘Cazzatònus Rex‘, tanto per aggiungergli un altro tratto distintivo. Nel frammentre approdano a Isla Nublar il bambino della Manzotin e quello del Kinder Cereali.

bimbi

La loro zia lavora come scienziata e ha promesso alla mamma di tenerli per una settimana. La zia è una gnocca stratosferica, ma purtroppo è frigida. Infatti rifiuta più volte le avances di un Chris Pratt in stato di grazia (ha pure ripreso qualche chilo dai Guardiani della Galassia, ma fa Manzo e ci sta) che si produce anche esplicitamente, in sua presenza, nel gesto del ‘buttarglielo’ di MaccioCapatondiana memoria (2).scopare def

Tra l’altro, lo fa riferendosi ai dinosauri del parco, che come è risaputo sono tutte femmine, per cui evidentemente deve avere la sessualità un po’ confusa. Comunque, lei preferisce andare in giro in elicottero con il direttore del parco, che essendo indiano parla come Apu dei Simpson, naturalmente. A proposito di accenti strani, ad addestrare velociraptor insieme a Chris Pratt c’è Omar Sy, quello nero simpatico e francese – sì, avete letto bene. Simpatico e francese. In un film dove clonano i dinosauri non sembra nemmeno così poco credibile – di Quasi amici. Che per ricordare che è francese non fa altro che ripetere ‘Merde!’ a intervalli regolari di circa due minuti. Aspettate un attimo… ci rendiamo conto solo ora di aver scritto ‘addestrare velociraptor’. Diventa a questo punto evidente che nel film ci sono più cazzate che dinosauri e dunque esse si fanno cifra stilistica della pellicola e non possono fungere da appiglio critico.

Addestrare velociraptor

Dunque, procediamo indomiti come una mosca preistorica alla conquista di una cacca di Triceratopo. Mentre ‘Zia Frigida’ si diletta a svolazzare con Apu, i bimbominkias vengono lasciati in custodia a un’assistente fidatissima e abilissima, che riesce a perderli nel giro di trenta secondi. I due si infilano dunque in una girosfera che garantisce la loro sicurezza – è fatta di vetro trasparente. Un materiale notoriamente indistruttibile – e se ne vanno in giro bellamente a provocare reazioni dai brachiosauri, incuranti del fatto che potrebbero essere calciati come un pallone o anche semplicemente scagazzati senza riguardo.

sfera

E assistere al proprio scagazzamento dall’interno di una sfera trasparente non è una bella esperienza, fidatevi, a meno che non si voglia provare l’ebbrezza di sapere cosa prova una tazza del cesso ogni giorno della sua misera esistenza. Comunque c’è chi sta messo peggio. Dal vetro i due possono ammirare delle meravigliose gite in barca têteà-tête coi dinosauri, senza protezione alcuna. All’Eur c’è il laghetto con le papere, lì c’hanno i dinosauri.

canoa

Sarà, noi continuiamo a sostenere che ‘caicco e mignotte’ resta la soluzione migliore per le vacanze intelligenti. Esce fuori che Cazzatònus Rex è una ragazza estremamente intelligente, oltre che sexy. Sicuramente più degli scienziati che l’hanno creata, per cui con un espediente di bassissima efficacia tattica in cui non sarebbero cascati nemmeno Lloyd e Harry di Scemo e più scemo, raggira la sicurezza del parco e fugge dal recinto, con l’intenzione di seminare il panico (uccide per sport, come il Predator del film omonimo. Disciplina discutibile ma comunque sempre meglio della gara di mangiatori di grasso di cammello) e chiaramente è attratta dall’odore dei due bimbominkia che sanno ancora di cioccolato ripieno di crema di latte e carne in gelatina in scatola. L’azione incalza: li bracca, li caccia fuori dalla girosfera – che strano, riesce a rompere il vetro – loro fuggono, si gettano in acqua, per poco non affogano e giungono direttamente al ‘momento nostalgia’ del film, dove trovano la Jeep del primo Jurassic Park, lo striscione “Quando i dinosauri dominavano la terra” del primo Jurassic Park, gli elmetti dei protagonisti del primo Jurassic Park. E sono emozioni vere.

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Il pubblico non fa in tempo a commuoversi che quei due deficienti, per farsi luce, danno fuoco allo striscione. Era meglio se la bestia li prendeva, cazzo. Intanto, una squadra di Commandos che sembrano usciti da Sturmtruppen di Salvatore Samperi (1976.quello scritto da Cochi e Renato) vengono mandati a fronteggiare il Cazzatònus Rex con delle pistole ad acqua. Lei che odia gli scherzi estivi glie ne fa uno di rimando. E’ infatti in grado di mimetizzarsi, grazie ai geni di Camaleonte (o forse a quelli di Paperoga, ora non ricordiamo bene), quindi gli fa ‘bu’ dietro le spalle, quelli panicano e fanno una fine barbina. Meritatissima, tra l’altro.

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I bimbominkias si ricongiungono con la zia e Chris Pratt che nel frattempo hanno fatto amicizia infilandosi più volte la lingua in bocca, tra una fuga e l’altra, e sono riusciti – con la loro competenza e l’aiuto di Apu, disastroso pilota di elicottero – anche a sfondare l’uccelliera con gli pterodattili, per cui è tutto un tripudio di vecchiette inseguite da zannuti mostri volanti, che è la parte più divertente del film e ha il solo difetto di non essere stata girata a 2x come le Comiche di Benny Hill.

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Non abbiamo ancora parlato del personaggio di Vincent D’Onofrio, un ciccione militarista demmerda che vuole usare i velociraptor in battaglia al posto dei soldati. Il personaggio di Chris Pratt ovviamente è contrario. E che scherziamo? E’ contro natura, e contro i diritti degli animali, che cazzo. Ricreare i dinosauri in laboratorio, invece… comunque nel panico i due si menano, e D’Onofrio fa la fine del Big Mac con doppio Bacon. Invece Pratt, che è il buono, ha un’idea geniale. Dobbiamo sbarazzarci di una bestia feroce? Bene, mandiamogli contro un’altra bestia feroce! Godzilla docet. Quindi libera il Tyrannosaurus Rex, quello spaventoso del primo film, dal suo recinto. Lui sì che ci salverà! Dopo ci considererà delle bistecche pure lui, ma è più simpatico quindi meglio finire tra le sue zanne che in quelle del Cazzatònus. E poi non rompete il cazzo, ci sono due dinosauri che si menano, volete pura una trama logica?

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Eppure, c’è un colpo di scena. Quando pensiamo che il ‘cazzatometro’ abbia raggiunto il suo massimo apice, quando ormai siamo del tutto convinti che non si possa andare oltre, arriva la svolta, l’imprevisto, il deus ex machina. Il T-Rex sta per soccombere, il Cazzatònus è talmente sicuro della sua vittoria che s’appoggia un attimo a un recinto bordo piscina per riposarsi e magari farsi un caffettino, e dall’acqua emerge un bestiosauro che aveva fatto un’apparizione di tre secondi a inizio film e che nessuno s’era inculato di striscio, brutto com’è.

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Azzanna il Cazzatònus alla giugulare e tanti saluti. Il T-Rex ci resta talmente male che nemmeno prova a mangiarsi Pratt, Zia Frigida e Bimbominkias, che nel frattempo invece di darsela a gambe sono rimasti lì a godersi lo scontro (voi mette? Siamo pur sempre in un parco dei divertimenti. Quando ricapita?). Evidentemente aveva già cenato. Infatti nell’ultima inquadratura si reca sull’altura più alta di Isla Nublar e rutta possente, per confermare la ritrovata supremazia in vetta alla catena alimentare.

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(1) Ringraziamo Luca ‘Karda’ Cardarelli per questa segnalazione. Spielberg t’abbia in gloria.

(2) Osservazione raccolta da Marco Lucio Papaleo. La classe non è acqua.

Is Line vendicazzara del mese!

Luglio è volato ed è già tempo di nominare il vendicazzaro del mese. Anzi, la vendicazzara. Come vi spiegammo a suo tempo qui, il progetto è, oggi più che mai, frutto di un lavoro di squadra, dove non contano soltanto i (preziosissimi) suggerimenti di chi propone le vignette e il lavoro di chi di fatto le realizza. Oggi vogliamo omaggiare chi ha operato “dietro le quinte” con costanza e dedizione, permettendo al progetto vendicazzaro di espandersi, fortificarsi ed assumere una veste editoriale nuova ed efficace. Is Line è la nostra super webmaster vendicazzara. Una ragazzetta parecchio in gamba che ricordiamo, timida timida in un angolino, presenziare ai raduni vendicazzari senza proferire parola, ma osservando lo svolgersi dell’evento con sguardo vispo e attento. E’ stata lei, di sua spontanea iniziativa, a proporsi per il notevole incarico di strutturare un vero sito, curandone l’architettura e la veste grafica, e liberando le vendicazzate dalle restrittive e codificate maglie di facebook. Con una grinta leonina.

 

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Is è pugliese di nascita ma ha vissuto la sua vita universitaria a Torino e quella lavorativa a Roma. Avendo peregrinato un po’ in Italia e all’estero, ama definirsi “un’apolide e quindi una degna cittadina del mondo (virtuale e non)”. Nel 2006 si è laureata in “Rappresentazione Audiovisiva e Multimediale” e da allora ha partecipato alla realizzazione di molti progetti: la prima web Tv dell’Università di Torino, portali istituzionali, siti privati, blog, nonché social media menagement e comunicazione transmediale. Le sue passioni tuttavia toccano gli ambiti più eterogenei: il cinema, la cucina, le passeggiate e i viaggi. Il suo motto ispiratore è “La logica ti porta da A a B. L’immaginazione ti porta ovunque”, e lei si dice fermamente intenzionata a andare ovunque la sua immaginazione la porti. E per fortuna ce l’ha portata qui.

Sergio Badino vendicazzaro del mese!

Signori, concludiamo con orgoglio ed entusiasmo questa prima fase di reboot vendicazzaro con la nomina del primo Vendicazzaro del mese. Si tratta di Sergio Badino, sceneggiatore e scrittore genovese, di cui premiamo soprattutto la fedeltà e la costanza. Tra dicembre e oggi, mentre i vendicazzari si erano momentaneamente assentati per preparare il rilancio e mettere a punto il sito, questo esimio signore, che nel frattempo era al lavoro su progetti di prim’ordine per Disney e Bonelli, oltre che nella rifinitura del suo romanzo “Uccidete il Pipistrello!”, imperdibile per tutti i fan del Cavaliere Oscuro, continuava a proporre vendicazzate – qualche giorno fa avete ammirato la sua Lines Seta Ultron – e a supportare il progetto, informandosi costantemente sullo stato dei lavori e su quando il sito sarebbe andato finalmente online. Insomma, un autentico fan e un autentico vendicazzaro, prova incarnata che anche ai fumettisti “seri” piacciono un botto le vendicazzate!

Sergio Badino vendicazzaro del mese

 

Nato a Genova nel 1979, Sergio Badino è sceneggiatore, scrittore e insegnante di narrazione. Esordisce nel 2001 sulle pagine di Topolino: da allora le sue storie con i personaggi Disney sono pubblicate in oltre quindici Paesi in tutto il mondo. Dal 2009 collabora anche con Sergio Bonelli Editore per gli albi di Martin Mystère e di Dylan Dog. Ha scritto serie animate televisive trasmesse da RAI e da Mediaset. Ha pubblicato i libri Conversazione con Carlo Chendi (Tunué 2006), Professione Sceneggiatore (I ed. Tunué 2007; nuova ed. ampliata, Tunué 2012) e il romanzo Uccidete il Pipistrello! (Liberodiscrivere 2014). E’ autore dei racconti con protagonista Michele Palma, pubblicati dalla rivista Blue Liguria. Nel 2012, a Genova, ha fondato StudioStorie, scuola di storytelling, sceneggiatura e scrittura.

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Amici, fratelli, vendicazzari,

Bentrovati.

Se non conoscete il progetto, un rapido sguardo alla Home e alle sezioni Chi sono i Vendicazzari? e Diventa Vendicazzaro dovrebbero chiarirvi la sua essenza.

Ma queste righe le dedico agli amici che già sanno di cosa stiamo parlando.

Ci siamo. Ieri avete potuto ammirare il nuovo look delle vostre – nostre vignette idiote preferite. Che ve ne pare? Le abbiamo fatte più fumettistiche e personali, tutto sommato in linea con la loro ultima incarnazione via facebook, perché siano il più possibile riconoscibili e non si confondano con le molte altre vignette di analoga costituzione (spesso derivative proprio del nostro progetto) che girano sulla rete. Via il pataccone con il logo, non serve più. Siamo online e chi ci vuole conoscere non dovrà che digitare www.vendicazzariuniti.com nella stringa del suo browser. Lo abbiamo sostituito da un più discreto trafiletto con le indicazioni essenziali, l’indirizzo del sito e i nomi degli autori della vignetta.

Quando iniziammo ormai tre anni fa, a cazzeggiare tra di noi, mai avremmo immaginato di arrivare a questo punto. Le vendicazzate sono diventate un passatempo popolare, hanno generato raduni e serate ‘live’, collaborazioni, spin-off, gadget. Hanno attraversato diversi media sbarcando in radio e poi in tv (nientemeno che in Rai, durante la trasmissione Movie Drugstore). Era necessario fermarsi e dare al tutto un’identità più precisa.

Ripartiamo da questo sito. Speriamo che vi piaccia. Da oggi sarà lo spazio ufficiale per ritrovarsi di tutti i vendicazzari e la fonte originaria delle vignette, che solo secondariamente passeranno su facebook attraverso la pagina ufficiale ‘Vendicazzari UNITI’ e le vostre condivisioni. Si tratta del primo grosso cambiamento concettuale. Non più le vendicazzate di Andrea Guglielmino (che è lo scrivente, nel caso non si fosse capito) ma i Vendicazzari come entità a sé stante, cricca folle e numerosa, pronta a invadere la rete con la loro azione di gruppo. Condividete quanto più possibile, invitate i vostri amici, diffondete il verbo, ogni contributo è apprezzato e fondamentale. Ora più che mai, i protagonisti siete voi.

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