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STAR WARS EPISODIO III: LA CAZZARECENSIONE
Vendicazzar Wars.
Atto II.
Le cazzarecensioni – Episodio III
A cura di Emanuele
Si conclude la trilogia di cazzarecenzioni sugli episodi Prequel. Da domani, l’atto III delle Vendicazzar Wars. Il vostro preferito: vendicazzate in libertà fino all’uscita del film”
Ricordiamo che una cazzarecensione non è una recensione. Non ha finalità critiche ma di puro cazzeggio, per cui mettetevi in panciolle e affilate le vostre spade laser. Ora inclinate lo schermo e iniziate a farlo scorrere verso l’alto.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, i fan di Star Wars esploravano le stelle nel tentativo di trovare una spiegazione a Episodio I e II. Pianeta dopo pianeta, pare le risposte più gettonate fossero: “Sono i prequel di Balle Spaziali”, “Li ha fatti la Asylum”, “Starché?? Vuole comprare qualcosa?”. Sfiniti e sfiduciati, si presentarono alla prima del terzo film con le sette sfere del drago e la maglietta “I Love Smaug”, per una dolce morte nel caso alla metà del primo tempo lo script non fosse decollato.
Ma ecco che tutto inizia in medias res: finalmente una bella battaglia nello spazio! Tutti iniziano a pensare “Dai che è la volta buona”, “Tanto peggio dei primi due non può essere”, “Alle brutte dopo tutti da Gigetto”. Nei primi 10 minuti schiatta il Conte Dooku e fa la sua comparsa il Generale Grievous, un cyborg nato dall’unione tra la dea Kalì e Malefix con l’asma: “La voce è di Carmen Consoli mentre la tosse è di Marco Pannella!” dichiara Lucas fiero dei risultati della Industrial Light & Magic. Voci interne sostengono che l’idea del cyborg sia nata quando Manu Chao scoprì il Meccano per prolungare la durata della propria vita. Secondo il suo biografo ufficiale, Lucas per creare Grievous recuperò la sua inserzione scritta da bambino per cercarsi da solo una tata.
“Avverto grande paura in te Skywalker” aveva sentenziato il conte Dooku, che in realtà aveva solo captato l’umore dei fan in sala. Anakin cede alla rabbia, e su ordine del Cancelliere uccide Christopher Lee, felicissimo di sparire finalmente dal franchise. “E’ normale, lui ti ha mozzato un braccio e ti sei vendicato, ricordi cosa accadde a Theon Greyjoy?” lo conforta Palpatine. Il giovane Jedi aveva già massacrato i sabbipodi che avevano ucciso sua madre: “Eliminare il padre dallo script non fu una mia idea, ma dopo aver visto il primo montaggio sia Edipo che Giuseppe mi chiesero di non essere accreditati” svelerà Lucas. Il massacro dei sabbipodi aveva inoltre causato molte polemiche: “Vedete che succede a non avere una mamma e un papà?” aveva detto Giovanardi. Ma ora Hayden Christensen è un attore espressivo, e dopo il workshop con Alberto Tomba non ha più bisogno di leggere il copione a inchiostro simpatico stampato su R2-D2. Dal canto suo, Obi-Wan stavolta sembra un hipster del West End che vaga per il film in accappatoio, facendosi sostituire dalla propria action figure nei primi piani.
Visto che nessuno deve sapere che Anakin e Padme sono sposati, i due pensano bene di baciarsi nella hall del Senato. Dopo il bacio, lei dichiara subito di essere incinta. A quel punto Anakin, che già è stato concepito senza alcun intervento paterno, lancia l’hashtag #MaiNaGioiaPerIMaschiSkywalker.
Dopo essersi fatto sfuggire Palpatine, il Generale Grievous si collega con Darth Sidious. Che è un po’ come se Joker si scusasse con Bruce Wayne di aver mancato Batman, ma tant’è. Nella galassia si viaggia nell’iperspazio, si clonano valanghe di Jango Fett ma nessuno ha inventato Skype: per parlare con qualcuno serve un tavolo circolare per ologrammi a grandezza naturale, in saldo all’Ikea di Hong Kong. Alcuni sostengono che Skype fu bandito da quando Darth Maul rubò ad un furioso Darth Sidious il nome utente “InSidious”, per ottenere il ruolo del demone nel film di James Wan. Alla fine del collegamento col Generale, interrotto da uno spot di Monkey Island IV, Il signore oscuro svela un colpo di scena di prim’ordine: “Molto presto avrò un nuovo apprendista, molto più giovane e molto più potente!”
Visto che Star Wars è frontiera, avventura e western, per un boato di tempo l’azione si svolge nell’orribile appartamento di Padmé ed Anakin, che hanno evidentemente dribblato il Salone del Mobile ed acquistato tutto all’ingrosso da Donald Trump. Quando Palpatine nomina Anakin suo rappresentante presso il Consiglio, i Jedi non gli riconoscono il rango di maestro. “Che ti frega” lo conforta il politico “Io faccio sia il Cancelliere che il signore oscuro, e non ho passato manco Analisi 1”. Per traviarlo, Palpatine gli racconta l’infausta storia di Dark Plagueis il saggio, tragicamente scomparso mentre usava la spada laser per l’annuale raccolta di telline su Alderaan. “Ti tengono nascoste tutte le cose migliori” gli confida Palpatine “Ti hanno fatto giocare a Ni No Kuni? Netflix ti dice niente? Sai cos’è un Oreo?”.
Anakin è confuso, ma lo sono anche i Jedi: Suor Germana aveva predetto che Anakin fosse il prescelto e che, proprio come Activia, avrebbe riportato equilibrio nella Forza”. Non pago di coprire ogni buco del copione con “Cerca dentro di te”, Lucas fa dire a Yoda e a Mace Windu che “La profezia malinterpretata può essere stata”. Ora si spiega il tentato referendum dei Wookie per sostituire i Jedi con i Guardiani della Galassia: in sostanza la Repubblica cade per un malinteso, come quando google translate traduce il calabrese in aramaico.
Visto che alle cose è bello arrivare progressivamente, Mace Windu di punto in bianco e senza alcun motivo esclama “Avverto un complotto per distruggere i Jedi!”. La battuta originaria era “Sento forse odore di risotto allo zafferano?” poi scartata perché troppo introspettiva. Visto che per 2 film nessuno si è minimamente accorto che il capoccia della Repubblica fosse il supercattivo, uno pensa “Beh l’intero terzo episodio sarà dedicato al progressivo emergere dell’agghiacciante verità, e quando sarà palese nessuno ci crederà!”. E infatti Anakin esclama altrettanto a buffo “Ho scoperto che il capoccia della Repubblica è il signore dei Sith!” e Samuel L. Jackson replica “Bono va’, che oggi m’ha pure stinto la tunica e non c’è ancora quella del Disney Store”.
Durante il megacomplotto, cadono molti Jedi in giro per la galassia. Palpatine appare come una finestra popup ai comandanti delle truppe dei cloni: “Esegui l’ordine 66!” – “Non la sento signore” – “Accetta la cookie policy idiota” – “Fatto signore” – “Esegui l’ordine 66”. Mentre la Repubblica e l’ordine dei Jedi cadono, parte anche la sitcom Casa Skywalker : Padmé, utile come un Blu-ray in un mangianastri, scruta il tempio Jedi andare a fuoco con l’espressività di un decespugliatore, mentre Anakin guarda in camera da sotto il lenzuolo indossando le lenti a contatto di Halloween.
Mentre va tutto in vacca Bantha, l’universo mondo tifa per il vero grande protagonista della saga: Chewbacca. E’ grazie a lui che Yoda riesce a scappare, e il suo lessico resta comunque più eloquente di quello del maestro. Come il Wookie abbia in seguito incontrato Harrison Ford, non è spiegato. “Meglio Han Solo che male accompagnato!” esclama spesso Lucas ridendo da solo. Per svignarsela in incognito, la navicella del Sommo è camuffata da bagnetto chimico accanto ai cantieri della Metro.
In collegamento con Barbara D’Urso, il Cancelliere riferisce in Senato sui disordini nella Capitale, trasformando la Repubblica nel primo Impero Galattico: la nuova legge elettorale, il Palpatellum, prevede che in ogni collegio salga solamente chi è stato in grado di vedere Episodio I e II, Pinocchio di Benigni e Natale su Mustafar senza accusare spasmi. Tanti senatori plaudono all’iniziativa: “Fatti li cazzi tua, fatti una galassia lontana lontana abusiva, te lo dico da amico” commentano in molti. Fortuna che c’è l’inflessibile senatore Organa, che in piena crisi di mezza età gira per Coruscant su uno spiderino manco fosse Lapo.
Dopo il consueto aperitivo alle terrazze dell’orlo esterno, Yoda e Obi-Wan tornano al tempio Jedi e visionano il filmato di quanto accaduto nell’ufficio del Cancelliere, compreso il passaggio di Anakin sia al lato oscuro che al timbro vocale di Fausto Leali. “Paletta porca che sbadati, all’on demand non siamo abbonati” esclama Yoda col senno di poi. In sostanza, non solo non si sono mai accorti di nulla ma potevano anche visionare tutto dal principio, comodamente da casa, senza scatenare una guerra, senza incaricare Anakin di spiare Palpatine, senza caricare un boato di truppe sul bilancio pubblico, risparmiandoci 3 film e qualche decina di “Guarda dentro di te”.
Finalmente Anakin e Obi-Wan si affrontano su Mustafar, piroettando in mezzo alla lava a bordo di un pinguino De Longhi. Fa così caldo che Studio Aperto dedica un intero speciale al perché in un vulcano faccia caldo. La troupe tuttavia distrae Anakin che, mentre rilascia una dichiarazione sull’importanza del peeling nei paesi in via di sviluppo, viene colpito dal suo vecchio maestro, stanco dei complotti e degli inestetismi cutanei.
Dopo due ore passate a rivalutare gli script dei Power Rangers, quello che occorre per introdurre la trilogia originale accade negli ultimi 4 minuti: Padmé, che nel film è stata utile come un bagnoschiuma nel sahara, dà alla luce a tempo record Luke e Leila; Obi-Wan, che 20 anni dopo dirà a Luke di aver smesso di chiamarsi così prima che lui nascesse, si chiama ancora Obi-Wan; con la supercazzola del conte Mascetti, l’Imperatore convince Anakin di aver ucciso Padmé: Anakin se la beve e grida un “nooo” che non si sentiva da quando J.J. Abrams vide La Minaccia Fantasma.
STAR WARS – EPISODIO I: LA CAZZARECENSIONE!
A cura di Emanuele
Riprendono le Vendicazzar Wars!
Atto II.
Le cazzarecensioni.
Episodio I.
Da oggi e per i prossimi tre giorni il punto di vista vendicazzaro sulla trilogia Prequel!
Ricordiamo che una cazzarecensione non è una recensione. Non ha finalità critiche ma di puro cazzeggio, per cui mettetevi in panciolle e affilate le vostre spade laser. Ora inclinate lo schermo e iniziate a farlo scorrere verso l’alto.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, due simpatici fricchettoni in tunica vennero mandati a trattare con un’organizzazione tra il cartello di Medellìn, il blocco navale di Cuba e la Confindustria. Pare che nel copione originario si presentassero con “Siamo in missione per conto di Dio”, poi rimpiazzato con un “Cm t va qui tt bn”, più fruibile al giovane pubblico. Ovviamente la trattativa finisce in vacca, anzi in Bantha, prima di cominciare. “Ci hanno mandato il figlio di Kurt Russell in Stargate” protestano i negoziatori osservando l’acconciatura di Obi Wan. I due sono inoltre sgamati subito come Jedi, essendo i soli a non avere un accento stereotipato.
Inizia così il quarto-primo film della saga di Star Wars, ambientato prima degli eventi narrati nella prima gloriosa trilogia. Fece infuriare Mel Brooks, che non aveva autorizzato alcun prequel di Balle Spaziali: “E comunque nella vita sono sempre di cattivo umore” dichiarerà Mel in conferenza stampa gettando i fan nello sconforto.
E c’era una volta una roba ganzissima chiamata Forza, che era una figata proprio perché non si capiva poi così bene cosa fosse. “Mostrare e solo se necessario spiegare” pare sia proprio una delle perle di saggezza di Yoda, che funziona dal cinema alle istruzioni dell’Ikea. Ignorando il monito del maestro sassarese, Lucas pensa bene di impapocchiare che microorganismi noti come Midi-chlorian zampillino qua e là come i pelucchi e i pallini del golf. “Volevo solo che Vola mio Midi-chlorian avesse qualche chance agli Academy Awards” dichiarerà il regista ai microfoni de La Zanzara.
Ma i Jedi mica pettinano le bambole assassine, e fallito il negoziato fuggono intrufolandosi clandestinamente su una nave. Giusto il tempo di schivare qualche migliaio di droidi di guardia. “Ho imparato da Timon e Pumbaa che distraggono le iene” confesserà Qui-Gon Jinn a KlausKondicio. L’esercito, tuttavia, invade il vicino pianeta di Naboo dopo aver avuto la meglio sulla guardia reale, armata fino ai denti di ombrellini da passeggio.
Ma i nostri eroi, aiutati da un indigeno simpatico come una colonscopia di prima mattina, salvano la regina, rubano una nave e sfuggono al gigantesco blocco navale che circonda il pianeta. “Ho iniziato da piccola, passavo i varchi attivi coprendo la targa col cofano della Smart, che vuoi che siano centinaia di navi da guerra…” dichiara la regina ricordando la sua formazione d’élite. La sovrana in fondo ha poche pretese, e chiede solo di portare con sé le sue fidate ancelle e lo stilista di Lady Gaga.
La nave degli eroi è danneggiata, e senza poter raggiungere la velocità smodata non arriverà lontano. “Lo sapevo, sono circondata da stronzi” bofonchia la regina per dare il suo contributo alla missione. Dopo una serie di peripezie meno avvincenti di Pierino e il Lupo, gli eroi finiscono sul pianeta sabbioso di Tatooine. Uno dice “figata c’è il porto di contrabbandieri di Episodio IV, quello dove il vecchio Obi Wan fa il giochino con la manina alle truppe imperiali”. Ma il trucchetto stavolta non funziona neanche con l’ultimo dei ricettatori in canottiera e Rolex. “Per creare Watto abbiamo fuso Serenella de La Bella Addormentata e il parcheggiatore abusivo del Pigneto” rivelano alla Industrial Light & Magic: il che ne spiega sia la testardaggine che l’assenza del POS. Il momento più alto del film è la velocissima corsa degli sgusci, ovvero l’unica sequenza in cui tutti, per fortuna, smettono di recitare.
Uno dice vabé dai, dopotutto è qui che inizia la storia di Darth Fener. Visto però che al momento lo storico villain dal respiro pesante ha le fattezze di Gigi la Trottola e l’acconciatura di Fantaghirò, urge trovare un cattivo d’ufficio che faccia un po’ di casino. Dopo una serie di brainstorming alla Lucasfilm, Darth Maul ha la meglio su Malefix, John Galliano, il Cavaliere del Teschio Maledetto, Ceausescu e Giovanni Allevi. Tuttavia, il personaggio è più bidimensionale di Metal Slug e viene scambiato per una riserva degli All Blacks. Caratterizzato come un batcapezzolo, Darth Maul non lavorerà più fino al ruolo del demone in Insidious di James Wan, dopo una lunga assenza dalle scene durante la quale lavora come maggiordomo di Angela Lansbury.
Intanto, nel parlamento della Repubblica governano i burocrati e il cancelliere supremo ha il carisma di un grafico a torta. Giunta in senato, la regina chiede aiuto asserendo che il suo popolo patisce invasioni, fame e pessimo wi-fi. Il senatore Palpatine twitta “Valorum stai sereno”, poi convince la regina a sfiduciare il cancelliere e prende un giovane Frank Underwood come padawan. Qualcuno tra i seggi nota la somiglianza tra Palpatine e il signore dei Sith, ma la risposta più gettonata è “Jedi e Sith sono uguali, si accordano per spartirsi le poltrone, noi unica opposizione”.
Nel frattempo, per stabilire se Gigi La Trottola sia o non sia il protagonista della profezia che cambierà per sempre le sorti della galassia, il Gran Consiglio Jedi lo sottopone al giochino che fa Bill Murray in Ghostbusters, sì proprio quello con le figurine da indovinare. Sembra che nel copione originario l’esame di ammissione fosse metti la cera togli la cera. Pare inoltre che in camera di consiglio Samuel L. Jackson abbia esclamato “prendiamolo e basta, tanto chissene, dico ovvietà e crepo sempre”.
Un vuoto di sceneggiatura dopo l’altro ed eccoci alla battaglia finale, quella dove copiano le pistole ascensori di Batman, nonostante il brevetto sulle velox scarpe di Super Mario Bros fosse in scadenza. Segue duellone con spade laser nel quale muoiono gli unici due personaggi che potevano essere approfonditi in maniera figa. Il grazioso montaggio a pene di Rancor permette poi di passare dal funerale del maestro fricchettone, dove sono tutti tristi, alla pacchianissima parata finale in pessima CGI, dove tutti fanno caciara come il 4 luglio a Las Vegas. Hanno eletto cancelliere il signore oscuro che distruggerà la Repubblica, ammesso tra i Jedi il futuro Darth Fener e il maestro fricchettone è morto, ma intanto festeggiano manco avessero aperto un Apple Store a Cuba.
Il film deluse i fan a tal punto che molti cercano ancora di farselo piacere a tutti i costi, pur di non ammettere che è avvincente come ritinteggiare il garage di domenica mattina. Pare che il tormentone “No Maria, io esco” sia stato coniato da Tina Cipollari durante la prima vip del film. Insieme alla scoperta che il sorriso sui sofficini Findus non viene come nello spot, fu un duro colpo per molti. E visto che uno Star Wars non può diventare uno scult, negli anni si è rivalutato come l’immobiliare a Kabul. George Lucas, in seguito, ha provato a giustificarsi in vari modi: “In realtà l’ha diretto Lory Del Santo”, “Con la colonna sonora di Vangelis funziona”, “All’epoca ero vegano”. E se chiedete un parere a J.J. Abrams, glissa dichiarando che a quel tempo si trovava in un altro tempo.
Tra i pregi del film, l’aver stimolato la creatività dei fan, che alle maratone di Star Wars trovano le scuse più originali per arrivare casualmente quel paio d’ore di ritardo. “Ho avvertito una vergenza nella Forza, voi intanto cominciate!”
JURASSIC WORLD: LA CAZZARECENSIONE!
a cura di Ang
CONTIENE SPOILER. MA FA ANCHE RIDE. A VOI LA SCELTA. RICORDATE CHE UNA CAZZARECENSIONE NON E’ UNA RECENSIONE. NON HA FINALITA’ CRITICHE, MA DI PURO CAZZEGGIO.
La saga di Jurassic Park, da sempre, si basa su premesse solide e impeccabili. Ovvero che i geni più geni della Terra, gli scienziati più intelligenti e autorevoli del mondo, plurilaureati e premiati, in grado di creare la vita da una minuscola molecola di sangue impregnata di DNA, non siano in grado di capire, a intuito, che razza di idea di merda sia riempire un parco di feroci predatori preistorici alti come palazzi – che Madre Natura, mica Tiramolla, ha voluto lasciar estinguere milioni di anni fa. Ci sarà stato un motivo – e mandarci dentro una mandria di turisti sprovveduti e flaccidi in bermuda, macchina fotografica e cappellino. Del resto, guardate che facce.
Ma sono i grandi temi, la hybris umana, il complesso di Prometeo, la cultura contro l’ordine biologico delle cose, e per una volta, l’errore, imboccato dal Demonio dell’avidità e del denaro facile, ce po’ sta. Ma, diopterodattilo, mannaggia i pescetti, se la prima volta finisce in tragedia e hai la bella idea di rifarlo, sarai n’ cojone?
Ecco, in Jurassic World, l’attesissimo sequel-reboot della saga, lo rifanno. E già partiamo così. Però attenzione, eh. Che dai, non è mica così semplice. Avendo imparato dall’esperienza e dalla tragedia, adottano delle misure di sicurezza particolari e appositamente studiate. Di sicurezza che i turisti finiranno sbranati, intendiamo. E del resto, osservando il look e lo sguardo da totano del turista medio del Jurassic Park, come dar loro torto?
Selezione naturale! Evoluzione della specie! Tutti i più coglioni – perché figlio mio, pure te, due settimane di ferie l’anno, faticosamente sudate, e invece di andartele a spendere a caicco e mignotte come sarebbe naturale preferisci giocare a fare la polpetta al sugo per i bestioni preistorici, un po’ te lo meriti – li si raduna al parco, e che le cose facciano il loro corso. Quindi non solo tornano i dinosauri erbivori che te li presentano come gattini ma sempre bestie so e se gli rode il culo ti schiacciano con una zampa come la merda che sei, non solo torna il Tyrannosaurus Rex che qui in sostanza diventa la mascotte buona tipo ‘Ti voglio bene Denver’ ma ricordiamoci sempre che fino a ieri stava in cima alla catena alimentare. Non paghi di ciò, gli intelligentoni di cui sopra decidono di dare vita a una nuova specie di dinosauro geneticamente modificato che mescola in sé il DNA di varie specie preistoriche, serpenti, rane, camaleonti, seitan, Paperoga, cerume, catrame e tracce di frutta a secca con guscio. Suona un po’ na cazzata vè? Eccolo in tutto il suo splendore.
Ora, il nome della nuova specie è incerto: nelle prime note di produzione lo chiamavano ‘Diabolus Rex’. Ora lo pronunciano ‘Indominus Rex‘ da Roma in su e ‘Indomitus Rex‘ da Roma in giù e nelle isole (1). Noi saremo fedeli alla sua essenza e lo chiameremo affettuosamente ‘Cazzatònus Rex‘, tanto per aggiungergli un altro tratto distintivo. Nel frammentre approdano a Isla Nublar il bambino della Manzotin e quello del Kinder Cereali.
La loro zia lavora come scienziata e ha promesso alla mamma di tenerli per una settimana. La zia è una gnocca stratosferica, ma purtroppo è frigida. Infatti rifiuta più volte le avances di un Chris Pratt in stato di grazia (ha pure ripreso qualche chilo dai Guardiani della Galassia, ma fa Manzo e ci sta) che si produce anche esplicitamente, in sua presenza, nel gesto del ‘buttarglielo’ di MaccioCapatondiana memoria (2).
Tra l’altro, lo fa riferendosi ai dinosauri del parco, che come è risaputo sono tutte femmine, per cui evidentemente deve avere la sessualità un po’ confusa. Comunque, lei preferisce andare in giro in elicottero con il direttore del parco, che essendo indiano parla come Apu dei Simpson, naturalmente. A proposito di accenti strani, ad addestrare velociraptor insieme a Chris Pratt c’è Omar Sy, quello nero simpatico e francese – sì, avete letto bene. Simpatico e francese. In un film dove clonano i dinosauri non sembra nemmeno così poco credibile – di Quasi amici. Che per ricordare che è francese non fa altro che ripetere ‘Merde!’ a intervalli regolari di circa due minuti. Aspettate un attimo… ci rendiamo conto solo ora di aver scritto ‘addestrare velociraptor’. Diventa a questo punto evidente che nel film ci sono più cazzate che dinosauri e dunque esse si fanno cifra stilistica della pellicola e non possono fungere da appiglio critico.
Dunque, procediamo indomiti come una mosca preistorica alla conquista di una cacca di Triceratopo. Mentre ‘Zia Frigida’ si diletta a svolazzare con Apu, i bimbominkias vengono lasciati in custodia a un’assistente fidatissima e abilissima, che riesce a perderli nel giro di trenta secondi. I due si infilano dunque in una girosfera che garantisce la loro sicurezza – è fatta di vetro trasparente. Un materiale notoriamente indistruttibile – e se ne vanno in giro bellamente a provocare reazioni dai brachiosauri, incuranti del fatto che potrebbero essere calciati come un pallone o anche semplicemente scagazzati senza riguardo.
E assistere al proprio scagazzamento dall’interno di una sfera trasparente non è una bella esperienza, fidatevi, a meno che non si voglia provare l’ebbrezza di sapere cosa prova una tazza del cesso ogni giorno della sua misera esistenza. Comunque c’è chi sta messo peggio. Dal vetro i due possono ammirare delle meravigliose gite in barca tête–à-tête coi dinosauri, senza protezione alcuna. All’Eur c’è il laghetto con le papere, lì c’hanno i dinosauri.
Sarà, noi continuiamo a sostenere che ‘caicco e mignotte’ resta la soluzione migliore per le vacanze intelligenti. Esce fuori che Cazzatònus Rex è una ragazza estremamente intelligente, oltre che sexy. Sicuramente più degli scienziati che l’hanno creata, per cui con un espediente di bassissima efficacia tattica in cui non sarebbero cascati nemmeno Lloyd e Harry di Scemo e più scemo, raggira la sicurezza del parco e fugge dal recinto, con l’intenzione di seminare il panico (uccide per sport, come il Predator del film omonimo. Disciplina discutibile ma comunque sempre meglio della gara di mangiatori di grasso di cammello) e chiaramente è attratta dall’odore dei due bimbominkia che sanno ancora di cioccolato ripieno di crema di latte e carne in gelatina in scatola. L’azione incalza: li bracca, li caccia fuori dalla girosfera – che strano, riesce a rompere il vetro – loro fuggono, si gettano in acqua, per poco non affogano e giungono direttamente al ‘momento nostalgia’ del film, dove trovano la Jeep del primo Jurassic Park, lo striscione “Quando i dinosauri dominavano la terra” del primo Jurassic Park, gli elmetti dei protagonisti del primo Jurassic Park. E sono emozioni vere.
Il pubblico non fa in tempo a commuoversi che quei due deficienti, per farsi luce, danno fuoco allo striscione. Era meglio se la bestia li prendeva, cazzo. Intanto, una squadra di Commandos che sembrano usciti da Sturmtruppen di Salvatore Samperi (1976.quello scritto da Cochi e Renato) vengono mandati a fronteggiare il Cazzatònus Rex con delle pistole ad acqua. Lei che odia gli scherzi estivi glie ne fa uno di rimando. E’ infatti in grado di mimetizzarsi, grazie ai geni di Camaleonte (o forse a quelli di Paperoga, ora non ricordiamo bene), quindi gli fa ‘bu’ dietro le spalle, quelli panicano e fanno una fine barbina. Meritatissima, tra l’altro.
I bimbominkias si ricongiungono con la zia e Chris Pratt che nel frattempo hanno fatto amicizia infilandosi più volte la lingua in bocca, tra una fuga e l’altra, e sono riusciti – con la loro competenza e l’aiuto di Apu, disastroso pilota di elicottero – anche a sfondare l’uccelliera con gli pterodattili, per cui è tutto un tripudio di vecchiette inseguite da zannuti mostri volanti, che è la parte più divertente del film e ha il solo difetto di non essere stata girata a 2x come le Comiche di Benny Hill.
Non abbiamo ancora parlato del personaggio di Vincent D’Onofrio, un ciccione militarista demmerda che vuole usare i velociraptor in battaglia al posto dei soldati. Il personaggio di Chris Pratt ovviamente è contrario. E che scherziamo? E’ contro natura, e contro i diritti degli animali, che cazzo. Ricreare i dinosauri in laboratorio, invece… comunque nel panico i due si menano, e D’Onofrio fa la fine del Big Mac con doppio Bacon. Invece Pratt, che è il buono, ha un’idea geniale. Dobbiamo sbarazzarci di una bestia feroce? Bene, mandiamogli contro un’altra bestia feroce! Godzilla docet. Quindi libera il Tyrannosaurus Rex, quello spaventoso del primo film, dal suo recinto. Lui sì che ci salverà! Dopo ci considererà delle bistecche pure lui, ma è più simpatico quindi meglio finire tra le sue zanne che in quelle del Cazzatònus. E poi non rompete il cazzo, ci sono due dinosauri che si menano, volete pura una trama logica?
Eppure, c’è un colpo di scena. Quando pensiamo che il ‘cazzatometro’ abbia raggiunto il suo massimo apice, quando ormai siamo del tutto convinti che non si possa andare oltre, arriva la svolta, l’imprevisto, il deus ex machina. Il T-Rex sta per soccombere, il Cazzatònus è talmente sicuro della sua vittoria che s’appoggia un attimo a un recinto bordo piscina per riposarsi e magari farsi un caffettino, e dall’acqua emerge un bestiosauro che aveva fatto un’apparizione di tre secondi a inizio film e che nessuno s’era inculato di striscio, brutto com’è.
Azzanna il Cazzatònus alla giugulare e tanti saluti. Il T-Rex ci resta talmente male che nemmeno prova a mangiarsi Pratt, Zia Frigida e Bimbominkias, che nel frattempo invece di darsela a gambe sono rimasti lì a godersi lo scontro (voi mette? Siamo pur sempre in un parco dei divertimenti. Quando ricapita?). Evidentemente aveva già cenato. Infatti nell’ultima inquadratura si reca sull’altura più alta di Isla Nublar e rutta possente, per confermare la ritrovata supremazia in vetta alla catena alimentare.
(1) Ringraziamo Luca ‘Karda’ Cardarelli per questa segnalazione. Spielberg t’abbia in gloria.
(2) Osservazione raccolta da Marco Lucio Papaleo. La classe non è acqua.